Emmanuel Macron avrebbe dovuto parlare già 10 giorni fa, poi arrivò l’incendio di Notre Dame a fare saltare i piani dell’inquilino dell’Eliseo. Ma concluso il Grand Debàte, la consultazione popolare con cui aveva coinvolto i cittadini francesi per trovare delle risposte alle proteste messe in atto dai gilet gialli, ecco il momento della verità, quello in cui Macron ha dispiegato la sua serie di aggiustamenti in corsa, di correzioni del tiro figlie di una riflessione che come primo obiettivo ha quello di ripristinare la connessione tra la Francia e il suo presidente. In questo senso Macron concede qualcosa al suo orgoglio e, come riporta La Repubblica, dalla ammette: “Sono cambiato”, “Ho imparato”, “Posso fare di meglio”, “Non sono stato capace di spiegarmi”. Sono parole che danno il senso delle intenzioni di Macron, quelle di un Presidente vissuto come distante dalla realtà dei francesi e troppo arrogante. Ma attenzione a pensare che dal leader de “La Republique En Marche!” arrivi una completa retromarcia:”Continueremo le trasformazioni della Francia”.



LA RISPOSTA DI MACRON AI GILET GIALLI

Nel dettaglio i provvedimenti choc sono un taglio delle tasse per 5 miliardi di euro rivolto alle classi medie. La prima domanda che i giornalisti presenti rivolgono a Macron è come crede di finanziare questa riduzione della pressione fiscale dopo le misure sociali annunciate a dicembre, intorno ai 10 miliardi di euro, che hanno fatto schizzare il rapporto deficit/Pil sopra il 3%. La ricetta di Macron è la seguente: eliminazione di enti inutili, abolizione di alcuni sgravi alle imprese e convincere i francesi a “lavorare di più”. Proprio questo punto è destinato a sortire le più grandi polemiche: il presidente sostiene infatti che i suoi connazionali lavorino meno dei loro colleghi europei. Eppure assicura che non verranno toccati né l’orario legale a 35 ore settimanali né l’età pensionabile a 62 anni. Dunque come possono i francesi lavorare di più? La risposta di Macron è un po’ vaga e ipotizza un “allungamento della durata contributiva”. Dal punta di vista dei rapporti istituzionali e democratici, Macron ammette la crisi:”Governare è anche essere impopolari” ma promette una riforma costituzionale con l’introduzione di una quota del 20% di deputati all’Assemblée Nationale e la riduzione tra il 25 e il 30% dei parlamentari. Il Presidente, spiega La Repubblica, ha poi rinunciato alla possibilità di essere lui a proporre un referendum ma intende facilitare il percorso che consente ai cittadini di ricorrervi. Come? Abbassando a 1 milione le firme necessarie per promuovere i Rip (referendum initiative partagéé). Bocciate alcune richieste dei gilet gialli come il voto obbligatorio o il conteggio delle schede bianche. Queste alcune delle risposte di Macron: cosa ne pensano i francesi? Per la risposta definitiva bisognerà attendere l’esito delle Elezioni Europee…

Leggi anche

COP29/ Tutti a Baku: l’Ue si flagella, la Cina inquina (e chi la ferma?). E Trump...DALLA FRANCIA/ "Le regole Ue sull'energia chiudono le nostre imprese, ora più nucleare e meno tasse”