Emmanuel Macron si intesta la battaglia contro il terrorismo islamico in Europa e la collega all’immigrazione clandestina. Di più: per uscirne vittorioso è anche disposto a sacrificare uno dei bastioni della costruzione comunitaria: Schengen. Questo ciò che è emerso dal pranzo di lavoro tenuto all’Eliseo tra il presidente francese e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. I due hanno poi svolto un mini-vertice in videoconferenza con diversi leader dell’Ue, tra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier olandese, Mark Rutte, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al termine del quale è stato proprio Macron a chiedere “una profonda revisione dell’area Schengen per controllare i confini esterni“. L’inquilino dell’Eliseo ha chiarito: “Non dobbiamo in alcun modo confondere la lotta contro l’immigrazione clandestina e il terrorismo, ma dobbiamo guardare lucidamente ai legami che esistono tra questi due fenomeni“. In tal senso il leader francese ha citato l’esempio del terrorista entrato in azione a Nizza e arrivato in Europa sbarcando a Lampedusa: “Questa ne è la dimostrazione“, ha detto Macron.



MACRON: “LEGAME TRA TERRORISMO ISLAMICO E IMMIGRAZIONE”

Non c’è dubbio che le parole del leader francese si presteranno agli attacchi della destra sovranista, che da tempo associa il fenomeno dell’immigrazione a quello del terrorismo islamico. Da parte di Macron, però, è chiara per i Paesi europei la necessità di offrire una “risposta coordinata e rapida” per affrontare la minaccia terroristica. In questo senso bisogna interpretare la proposta di rivedere lo spazio Schengen, con Macron che ha rimarcato come la sua ragion d’essere risiedeva nella promessa di “libera circolazione senza frontiere interne” e “sulla promessa di protezione e sicurezza dei nostri confini esterni“. Ma, ha detto Macron, “questa seconda promessa non è stata mantenuta a sufficienza“. Da qui l’intenzione di creare un “vero Consiglio di Sicurezza Interna“, una sorta di Consiglio Congiunto dei Ministri dell’Interno europei, ispirato a quanto già esiste per i loro colleghi statunitensi. Al riguardo Macron ha rimarcato la necessità di avere “database rapidamente collegati tra loro perché qualsiasi falla della sicurezza al confine esterno o all’interno di uno Stato membro è un rischio per la sicurezza di tutti gli Stati membri“.

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