Ha fatto notizia in tutta la Francia la scelta dell’Eliseo di ‘licenziare’ il fornaio Makram Akrout, considerato “filo-islamista” e “anti-Francia”: la linea dura del Presidente Emmanuel Macron contro l’islamismo negli scorsi mesi ha portato alla controversa proposta (finora ancora non divenuta realtà) di una legge che aumenti il separatismo tra Stato laico e integralismo religioso.
Deriva proprio da quella stessa forte rigidità la motivazione addotta dall’Eliseo nei confronti del panettiere Akrout: il palazzo presidenziale rinuncia al talento del fornaio eletto “miglior baguette di Francia” e vincitore del titolo che gli avrebbe assicurato per un anno la fornitura di pane per il Capo dello Stato. Alla base vi sarebbero alcuni messaggi sui social postati dal panettiere nelle scorse settimane, considerati appunto «anti francesi» e «filo islamici».
LA “BAGUETTE LAICA” PER L’ELISEO
Solo sabato scorso il Presidente Macron si era complimentato con il vincitore, per l’appunto un fornaio di origine tunisina salvo poi scoprire – dopo la denuncia del sito “Tunis Tribune” – che i post su Facebook condivisi da Akrout erano del tenore di quanto segue: «la Francia incoraggia e diffonde la decadenza nei nostri paesi per proteggere i suoi interessi colonialisti e spingerci all’allontanamento dalla religione e i valori islamici». A quel punto, il panettiere incalzato dai media ha provato a difendersi, «il mio account è stato piratato» ma è stato talmente poco credibile che il suo avvocato ha poi corretto il tiro, «aveva scambiato dei contenuti pubblicati sui social senza capirne bene il tenore». Nel giro di pochi giorni arriva così la contro-replica dell’Eliseo che decide di non ammettere il fornaio come fornitore ufficiale, dicendo che non automaticamente chi vince il titolo diventa collaboratore del palazzo presidenziale. Akrout risulta però il primo escluso da quando il premio è stato creato dal municipio di Parigi del 1994, sottolinea il “Corriere della Sera”. È solo l’ultimo degli atti nelle ultime settimane che pongono nuovamente la legge Macron contro il fondamentalismo in una rinnovata “esigenza” rilanciata da media e politica.