Sembra un nuovo Emmanuel Macron quello che si “candida” a guidare il rinnovamento dell’Europa su tutti i nodi ancora scoperti della crisi identitaria europea: Covid, sanità, economia, difesa ma anche libertà, clima e lotta all’Islam radicale. Nell’intervista a “Le Grand Continent”, riportata interamente oggi sul Corriere della Sera, il Presidente della Francia affronta tutti i grandi temi di questa infinita pandemia accantonando il “socialismo europeo” della sua prima parte di carriera politica all’Eliseo, aprendo invece ad un possibile “neo-sovranismo” identitario europeo. «Siamo in un momento di frattura del capitalismo, che deve pensare alle diseguaglianze e al cambiamento climatico», spiega il primo inquilino dell’Eliseo. Onu, Nato e Oms vengono ritenuti «inefficaci, inutili» e serve dare una sveglia al concetto stesso di Unione Europea, secondo Macron: «gli ambiti della cooperazione multilaterale oggi sono diventati fragili, perché sono bloccati: non posso far altro che constatare che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, oggi, non produce più soluzioni utili; siamo tutti corresponsabili quando alcuni diventano ostaggio delle crisi del multilateralismo, come l’OMS. (…) Se cerco di guardare oltre il breve termine, direi quindi che dobbiamo avere due assi forti».



IL “SOVRANISMO” DI MACRON

Il doppio “piano” di Macron prevede da un lato il ritrovare le modalità per una “nuova” cooperazione internazionaleevitare la guerra ma rispondendo alle sfide contemporanee»); dall’altro, occorre costruire un’Europa molto più forte «che possa far valere la sua forza, mantenendo i suoi principi, in uno scenario così rifondato». La Cina e la Russia sono esempi per il Presidente francese di «relativismo dei valori e dei principi» e bisogna recuperare un’Europa diversa, basata su quel “Consenso di Parigi” che lo stesso Macron si intesta di voler lanciare: «Il funzionamento dell’economia di mercato centrata sulla finanza ha permesso l’innovazione e una via d’uscita dalla povertà in alcuni Paesi, ma ha aumentato le disuguaglianze nei nostri. Le nostre classi medie in particolare, e una parte delle nostre classi popolari, sono state la variabile di aggiustamento della globalizzazione; e questo è insostenibile. È insostenibile, e l’abbiamo indubbiamente sottovalutato». Insomma, un nuovo “umanesimo” e un nuovo “capitalismo”, progetto da “grandeur” che non dimentica l’impegno per una sicurezza maggiore dei propri confini: insomma un Macron più “sovranista” che di certo scombina i piani politici del Vecchio Continente chiedendo una difesa “propria” per l’Europa. «Gli Stati Uniti ci rispetteranno come alleati solo se rimarremo seri con noi stessi e se saremo sovrani con la nostra stessa difesa. Quindi penso che, al contrario, il cambiamento di amministrazione americana sia un’opportunità per continuare in modo totalmente pacifico e sereno quello che degli alleati devono capire: dobbiamo continuare a costruire la nostra autonomia per noi stessi, come gli Stati Uniti fanno per loro, e come la Cina fa per sé», conclude Macron rilanciando la sfida dei valori per la nuova Europa, «La lotta contro il terrorismo e l’islamismo radicale è una lotta europea, ed è una lotta alla nostra altezza: credo che, in fondo, la lotta contemporanea sia contro la barbarie e l’oscurantismo».

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