Il presidente francese Macron ha fatto sapere che non è da escludere che si possano chiudere i social media per provare ad arginare le continue proteste in Francia, scoppiate dopo l’uccisione del 17enne Nahel da parte di un poliziotto. “Dobbiamo pensare alla questione dei social media e dei divieti applicabili. E se la situazione peggiora, forse dobbiamo essere in grado di regolamentarli e disattivarli”, le parole di Macron rilasciate alla televisione francese BFMTV, aggiungendo comunque che si tratta di una discussione che non dovrebbe essere tenuta “avventatamente”.



Macron ha continuato: “Le piattaforme e le reti sociali giocano un ruolo considerevole nei movimenti degli ultimi giorni. Abbiamo visto su diversi social come Snapchat e TikTok e altri sia l’organizzazione di raggruppamenti violenti sia una forma di mimetismo della violenza. Presso i più giovani, questo porta a una forma di uscita dal mondo reale e a volte si ha la sensazione che alcuni vivano in strada i videogiochi che li hanno intossicati”, e ancora: “In collegamento con le reti social intendiamo organizzare il ritiro dei contenuti più sensibili. I servizi dello Stato si organizzeranno con le piattaforme per ottenere una risposta efficace. Mi aspetto da queste reti spirito di responsabilità. Faremo delle richieste dovunque e ogni volta sia utile, per avere l’identità di quelle e quelli che usano i social network per fare appello al disordine o per esacerbare la violenza”.



MACRON MINACCIA DI CHIUDERE I SOCIAL: INCONTRATI TIKTOK, SNAPCHAT, TWITTER

Il presidente ha spiegato che le autorità francesi avrebbero identificato coloro che hanno effettuato gesti di violenza durante le proteste, attraverso i social media, ed inoltre, il governo ha incontrato i rappresentati degli stessi social.

Il ministro dell’Interno Gerald Darmanin e il ministro delegato per la transizione digitale e le telecomunicazioni Jean-Noel Barrot, come sottolinea Sputnik, avrebbero avvertito piattaforme come TikTok, Snapchat e Twitter della loro responsabilità, chiedendo supporto nell’identificare coloro che sono coinvolti in reati.