Nell’ambito della lotta al riscaldamento climatico, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha annunciato ieri un nuovo referendum in Francia che introduca la “difesa dell’ambiente” in Costituzione: mentre il “climate change” resta una delle linee guida fondamentali della Presidenza Von der Leyen in Europa (con Green New Deal e Recovery Fund post-Covid che si permeano di questo tema), la Francia ha più di tutti in Europa dialogato prima con Trump e ora molto più attivamente con Biden per “svoltare” l’impegno dell’Occidente in favore di un futuro ecologico. Per questo, parlando ieri ai membri della Convenzione dei cittadini per il clima (una riunione di 150 cittadini francesi estratti a sorte per proporre al Governo misure di lotta al riscaldamento climatico) Macron ha annunciato l’importante prossimo voto nazionale sul tema del clima. La Convenzione ha chiesto di modificare il primo articolo della Costituzione francese per aggiungere che «la Repubblica garantisce la conservazione della biodiversità e dell’ambiente e combatte i cambiamenti climatici»: il Presidente ha accettato la proposta e annunciato per il giugno 2021 il referendum per riformare la Costituzione, anche se entro lunedì avverrà la decisione completa e definitiva dopo aver discusso col Governo la modifica dell’articolo 1, considerato in Francia il più importante di tutti e perciò molto delicato da “modificare”.
GREENPEACE E LE OPPOSIZIONI BOCCIANO IL “PIANO MACRON” SUL CLIMA
Macron ha anche annunciato che la riforma costituzionale sulla difesa dell’ambiente farà parte di un ampio progetto di legge su clima che potrà così tradurre in norme circa la metà delle 149 proposte lanciate dalla Convenzione dei cittadini per il clima (secondo Le Monde la legge già potrebbe essere varata il prossimo gennaio). L’annuncio non ha però convinto gran parte dell’opinione pubblica politica di Francia, con in particolare l’ala di destra del Governo Macron-Castex che non vede di buon occhio il referendum. I Repubblicani in Senato con il capogruppo Retailleau ha commentato «colpo a sensazione dall’esito incerto, non cambierebbe niente, la carta per l’ambiente ha già un valore costituzionale». In questo modo, attaccano i Repubblicani, «Macron vuole nascondere il bilancio negativo in campo ecologico». Tutt’altro che entusiaste le associazioni ambientaliste che restano piuttosto tiepide nell’accoglienza al nuovo referendum di Macron: secondo Greenpeace «ha un valore essenzialmente simbolico per un presidente che ha brillato per interventi vuoti, senza novità».