MACRON SILURA CASTETS, SINISTRA SU TUTTE LE FURIE: MELENCHON VUOLE DESTITUIRLO

È allarme rosso in Francia per il Presidente Macron dopo che ha respinto nelle scorse ore anche l’opzione Castets per il nuovo Governo a quasi due mesi dai ballottaggi delle Elezioni Legislative: a 50 giorni da quei risultati, l’Eliseo ha rifiutato Lucie Castets proposta dal Nuovo Fronte Popolare mandando su tutte le furie tanto l’ala più radicale della sinistra francese, ovvero l’LFI di Mélenchon, quanto il Partito Socialista che condivideva il nome di Castets per guidare l’esecutivo dopo la “tregua olimpica”.



«Sarebbe stata immediatamente bocciata dall’Assemblea Nazionale»: così Macron ha motivato dall’Eliseo il siluramento della funzionaria di Stato la quale ha reagito malissimo contattata da France Inter, «E’ la negazione della democrazia continuerò personalmente a mobilitarmi». Per la leader degli Ecologisti Marine Tondelier, anch’essi all’interno del NFP, la scelta del Presidente dimostra una piena «deriva illiberale di Macron». E così la sinistra di Francia lancia per il prossimo 7 settembre 2024 una manifestazione di piazza per contestare l’Eliseo e i modi poco trasparenti con cui avrebbe gestito l’intera crisi di Governo, prima sciogliendo il Parlamento, poi rinviando il sostituto di Attal per trovare figure più “centriste” nonostante le indicazioni delle urne.



«Ci uniamo all’appello delle organizzazioni giovanili, l’Union Étudiante e l’Union syndicale lycéenne, per una grande manifestazione contro il colpo di mano di Emmanuel Macron», si legge nel comunicato del partito La France Insourmise, con il suo leader Jean-Luc Mélenchon che annuncia l’intenzione di far destituire il Presidente per il «golpe bianco» con cui sta facendo mancare un Governo legittimamente votato dal popolo. «A breve presenteremo una una mozione di licenziamento contro il presidente Macron», attacca il leader radicale, seguito a ruota anche dal n.1 dei Socialisti Olivier Faure che annuncia la decisione di disertare le nuove consultazioni chiamate oggi all’Eliseo, «Mi rifiuto di essere complice di una parodia della democrazia».



SCENARI GOVERNO FRANCIA: NUOVE CONSULTAZIONI SENZA LFI E RN, MACRON PUNTA ANCORA AL CENTRO

Dapprima con una mossa dichiarata contro Marine Le Pen e Jordan Bardella, poi dopo le urne – una volta sconfitto la destra con le desistenze assieme al Nuovo Fronte Popolare – il cambio di fronte relegando Mélenchon a leader che invoca un Governo di sinistra senza riuscire ad ottenerlo: le mosse di Emmanuel Macron appaiono sempre più spregiudicate e da sinistra a destra è crollo verticale della sua fiducia e del suo consenso in larga parte della Francia. Al netto della richiesta di destituzione e della manifestazione contro di lui la prossima settimana, resta un Paese che in due mesi non ha ancora un Governo e che punta in ogni modo a trovare una figura “centrista” che però rischia di non avere affatto l’appoggio del Parlamento viste le reazioni durissime dopo la bocciatura di Castets.

Mélenchon con l’LFI evocano l’articolo 68 della Costituzione per la destituzione dell’Eliseo, per Tondelier Macron «è ossessionato dal mantenere il controllo. Non sta cercando una soluzione, sta cercando di ostacolarla»: consultazioni in poche parole quasi deserte quelle che si appresta a tenere nelle prossime ore, con sempre ferma la richiesta di una figura “moderata” per prendere il posto di Attal, «servono personalità che si distinguono per la loro esperienza al servizio dello Stato e della Repubblica». Alle istanze del NFP, Macron ricorda di «non dimenticare le circostanze eccezionali delle elezioni dei loro deputati al secondo turno delle legislative»: la morsa contro Le Pen aveva portato centro e sinistra a votarsi i rispettivi candidati, ma ora l’accordo non tiene e il Centrosinistra si spacca ulteriormente con la guerra interna Macron-Mélenchon-socialisti che rischia di portare la Francia verso il caos politico degli autunni già di norma piuttosto “caldi” oltralpe.