IL “PIANO MACRON” PER IL FUTURO DELL’OCCIDENTE

Un lungo e articolato discorso quello tenuto dal Presidente della Francia Emmanuel Macron lo scorso lunedì durante la riunione annuale degli ambasciatori francesi a Parigi: dal futuro dell’Europa alla crisi in Africa, passando per le difficoltà nell’economia Ue con l’emergere di guerre e tensioni internazionali, e chiosando con un “piano” legato allo sviluppo futuro dell’Occidente.



Secondo il Presidente della Repubblica francese «il contesto internazionale si sta complicando e rischia di indebolire l’Occidente e più in particolare la nostra Europa»: influenza e diplomazia diminuiscono a vista d’occhio e l’emergere del Gruppo BRICS allargato con il loro desiderio di realizzare «un ordine alternativo» al G7 rappresenta una vera minaccia secondo la cancelleria di Francia. Non solo, le tensioni tra Cina e Usa non fanno che indebolire ulteriormente il ruolo dell’Europa all’interno del complicato commercio-mercato internazionale: secondo Macron, serve un «maggiore coinvolgimento europeo nella Nato» per sostenere la difesa europea. Per Parigi, insomma, l’Alleanza Atlantica non dovrà più avere l’Europa come minoranza geopolitica: «occorre pensare alla stabilità europea non solo in termini di sicurezza», serve anche costruire una vera Europa geopolitica. Per questo Macron suggerisce – nel nome del superamento di una continua crisi e declino dell’Occidente – una «profonda riforma della governance globale, compresi il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale». Serve includere nuovi Paesi nelle unioni, altrimenti «permetteremo che si crei un ordine alternativo e andremo verso l’emarginazione del nostro stesso sistema».



DAI BALCANI ALL’EUROPA “A PiÙ VELOCITÀ”: COSA PROPONE MACRON, SEMPRE PIÙ CONTESTATO IN FRANCIA

Per Macron in poche parole la soluzione per superare il declino dell’Occidente è quello di aprirsi ai BRICS e intavolare maggiore cooperazione, altrimenti nel tempo si costituirà realmente un ordine alternativo dal quale l’Europa non potrà che uscirne “azzoppata”. Sempre parlando con gli ambasciatori francesi, il Presidente che registra sempre meno consensi in patria cerca di spostare l’occhio dei riflettori sulle sfide a suo dire più importanti per il futuro del Vecchio Continente. «L’Unione Europea dovrebbe forse evolvere verso un’unione a più velocità», sottolineando la necessità di riforme istituzionali «audaci e profonde in un eventuale processo di allargamento».



È in particolare ai Balcani (ma anche alle stesse Ucraina e Moldavia che già hanno ottenuto lo status di “candidati all’Ue” lo scorso giugno, ndr) che la Francia guarda per un possibile allargamento della Ue, premessa la necessaria riforma della governance europea: «Se vogliamo essere più forti e più stabili, dobbiamo intraprendere un percorso di allargamento, in particolare per quanto riguarda i Balcani occidentali, perché non è possibile avere un’Europa per così dire impantanata nell’instabilità geopolitica, nelle interferenze e in una sorta di processo senza fine che alimenta disperazione e divisioni».