Georges Malbrunot, storico inviato di guerra del Figaro, ha rivelato che Emmanuel Macron era a conoscenza del golpe in Niger e avrebbe potuto evitarlo. “Poche ore prima del colpo di Stato, la Dgse (l’intelligence esterna francese, ndr) ha consigliato al Governo di mobilitare dei membri delle forze speciali a protezione del palazzo presidenziale a Niamey, ma la risposta è stata ‘no, verrà interpretato come colonialismo, non possiamo restare nella Françafrique’”, ha scritto come riportato da Libero Quotidiano in un tweet.



La fonte del giornalista sarebbero due persone vicine al dossier. “L’opzione della Dgse era quella di mettere in sicurezza il palazzo. Ma i diplomatici hanno risposto: ‘Ci saranno delle rivolte in città’. Macron non è contento della Dgse perché non ha avuto anticipazioni. Ma l’avevamo avvertito dicendoli ‘è questa notte, ma bisogna muoversi subito con dei militari francesi’. Lui però non voleva”, ha raccontato ancora. Adesso l’esecutivo si ritrova a dovere affrontare una questione spinosa.



“Macron sapeva del golpe in Niger”, il piano della Francia

I militari del generale Abdourahmane Tchiani, autori del golpe in Niger, hanno dunque annunciato l’interruzione degli “accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa con la Francia”, ma adesso Emmanuel Macron non ci sta e vuole riportare sul posto le sue forze armate, che in quel momento erano state mandate nel Sahel per partecipare alla lotta contro i gruppi jihadisti della regione. In totale si tratta di 1.500 soldati francesi. L’ipotesi di un ritiro delle truppe attualmente non sembra essere presa in considerazione.



Per l’Eliseo infatti un abbandono del Paese, dopo quello compiuto in Mali e in Burkina Faso, sancirebbe infatti il fallimento totale della politica africana di Emmanuel Macron. Inoltre, ciò darebbe ampio margine di manovra ai gruppi jihadisti che sono piuttosto avanzati, con conseguenze terribili anche per l’Europa. È per questo motivo che si sta valutando attentamente il da farsi.