Forse anche il presidente francese Emmanuel Macron potrebbe essere stato spiato attraverso Pegasus, lo Spyware prodotto dall’azienda israeliana Nso, e che secondo le accuse sarebbe stato utilizzato per infiltrarsi illegalmente nei dispositivi di migliaia di personaggi importanti sparsi per il globo. Fra questi vi sarebbero anche 14 capi di stato e di governo, o ex, fra cui appunto l’inquilino dell’Eliseo nonché Charles Michel, ex numero uno dell’esecutivo belga e attuale presidente del Consiglio Europeo.
Inoltre, comparirebbe anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, così come rivelato dai diciassette quotidiani del consorzio di giornalismo Forbidden Stories, tra cui Le Monde, il Guardian e il Washington Post. Dura la reazione dell’Eliseo all’indiscrezione emersa, dopo che Parigi, come scrive IlMessaggero, aveva già annunciato l’apertura dell’indagine, parlando di «oltraggio alla privacy» condotta da una «associazione criminale». La nota del palazzo del presidente francese aggiunge: «Se i fatti emersi dovessero essere confermati, sarebbe ovviamente gravissimo». E ancora: «Sarà fatta piena luce su queste rivelazioni di stampa», mentre Bruxelles ha spiegato di aver avviato le sue verifiche sull’uso del software Pegasus definendo «inaccettabile» le indiscrezioni emerse. «Il commissario per il Mercato interno Thierry Breton chiederà ai servizi della Commissione Ue di lavorare sulla vicenda», sono le parole del responsabile alla Giustizia Ue, Didier Reynders, che ha fatto sapere che la vicenda è stata affrontata dal collegio dei commissari europei.
MACRON SPIATO DA PEGASUS? ECCO LA LUNGA LISTA DEI CAPI DI STATO O EX FINITI NEL MIRINO DELLO SPYWARE
«Stiamo iniziando a raccogliere informazioni per capire quale sia il possibile utilizzo dell’applicazione», ha aggiunto, specificando che l’Ue farà ricorso a più fonti, «da quelle giudiziarie alle autorità sulla protezione dei dati».
Oltre a Macron e Michel sulla lista degli spiata vi sarebbe anche il presidente dell’Iraq Barham Salih,quello del Sud Africa Cyril Ramaphosa, quindi Imran Khan, primo ministro del Pakistan, quello dell’Egitto e del Marocco, rispettivamente Mostafa Madbouly e Saad-Eddine El Othmani, poi l’ex ministro del Libano Saad Hariri e quello dell’Uganda Ruhakana Rugunda, quindi il re del Marocco Mohammed VI, Felipe Calderon, l’ex presidente del Messico e il diplomatico statunitense Robert Malley, ex capo negoziatore dell’accordo sul nucleare con l’Iran del luglio 2005. Ricordiamo che la Nso rimanda al mittente ogni accusa.