Stretta intorno all’Islam in Francia: gli imam in territorio francese non saranno più sostenuti finanziariamente da Stati stranieri. Da ieri, 1 gennaio, è in vigore la Carta dei principi che non consente l’accettazione di nuovi imam nominati dall’estero. Dunque ora ci saranno due categorie: quelli che si allineeranno alla Repubblica francese e coloro che non lo faranno. Già nel 2020 Macron aveva prospettato la soluzione per combattere il separatismo: così il governo punta a ridurre l’influenza straniera e a promuovere l’autonomia nelle pratiche islamiche all’interno del Paese, spiega Il Giornale.



Solamente così, secondo il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin, sarà possibile tagliare il nesso finanziario con l’esterno. È d’accordo anche Tariq Oubrou, il grande imam della moschea di Bordeaux, che ha evidenziato la possibilità di ridurre le interferenze politiche e teologiche dei Paesi d’origine. Dubbi invece per Abdallah Zekri, vicepresidente del Consiglio francese della fede musulmana (CFCM): secondo questo, gli attuali imam non sono separatisti, ma rispettano i valori della Repubblica francese.



Stati stranieri non devono interferire con il culto musulmano in Francia: cosa dice la Carta dei principi

Cosa cambierà dopo l’entrata in vigore della Carta dei principi? Gli imam nominati all’estero saranno costretti a modificare il loro status e verranno assunti direttamente dalle associazioni dei luoghi di culto in Francia. La decisione di adottare una tale misura nasce dopo il discorso di Macron a Les Mureaux: nel gennaio del 2021 il Consiglio francese della fede musulmana (CFCM) aveva adottato la Carta dell’Imam, per trasformare l’Islam in Francia in un Islam “di” Francia, come spiega Il Giornale. Lo stesso Macron aveva incaricato il Consiglio francese della fede musulmana per mettere a punto una sorta di vademecum, stabilendo inoltre la creazione di un Consiglio nazionale degli imam.



La Carta prevede l’uguaglianza tra uomini e donne, la compatibilità della fede musulmana con la Repubblica francese, senza strumentalizzare l’Islam per fini politici. Inoltre Stati stranieri non devono interferire nel culto musulmano in Francia. Nell’articolo 6 della Carta dei principi si parla di “lotta contro ogni forma di strumentalizzazione dell’Islam a fini politici o ideologici” con i firmatari che promettono di rifiutare “la promozione di ciò che è noto come Islam politico“.