In Francia stanno andando avanti le proteste per l’uccisione di Nahel, un diciassettenne che guidava senza patente, ad opera di un poliziotto. Emmanuel Macron, a quasi una settimana di distanza dall’inizio della rivolta, come riportato da Ansa, ha deciso di rivolgere un appello alle famiglie. “Un terzo dei fermati sono giovani e giovanissimi. Mi appello al senso di responsabilità dei genitori, tenete i vostri figli a casa”, ha affermato. Ma non intende fermarsi alle esortazioni. Il governo francese, infatti, vuole provare a bloccare le violenze dei baby manifestanti con una stretta sui genitori.



Chi non controlla i propri figli potrebbe rischiare una condanna a due anni di carcere. Coinvolto ovviamente il ministro della Giustizia, Éric Dupond-Moretti, che infatti ha evocato una risposta penale rapida, ferma e sistematica” non solo nei confronti degli autori delle violenze, che sono per lo più minorenni, ma anche dei loro genitori.



PROTESTE FRANCIA, SANZIONI ANCHE PER I GENITORI

Per cominciare, Éric Dupond-Moretti ha raccomandato di imporre “divieti di uscita” a partire da una certa ora “se giustificati dalla natura dei reati, dalle circostanze in cui sono stati commessi e dalla personalità dei minori”. Una misura resa possibile dal nuovo codice penale minorile votato nel 2021, una riforma ritenuta all’epoca troppo “repressiva” dalla sinistra. L’articolo L111-3 prevede “misure educative” e, “se le circostanze e la personalità del reo lo richiedono, sanzioni” in caso di reati commessi da minori. Ma secondo il nuovo Codice, bisogna distinguere tra i minori di 13 anni, che sono considerati “non capaci di discernimento” e non possono essere condannati, e i ragazzi tra i 13 e i 18 anni, che hanno maggiori probabilità di essere condannati.



Inoltre, l’esecutivo intende anche “responsabilizzare” i genitori. “Non è lo Stato che deve educare i bambini, ma i loro genitori. Non è normale che dei tredicenni girino per le strade di notte”, ha aggiunto il Guardasigilli a Le Parisien. L’idea è di fare un uso più rigoroso dell’articolo 227-17 del Codice penale francese, che consente di perseguire i genitori per omissione di istruzione. Questo articolo vieta a qualsiasi genitore di “non adempiere, senza un motivo legittimo, ai propri obblighi legali in misura tale da compromettere la salute, la sicurezza, la moralità o l’educazione del figlio”. La pena prevista è di due anni di reclusione e una multa di 30mila euro. Una semplice multa o l’obbligo di seguire un corso sulla responsabilità genitoriale potrebbero essere più comuni di una condanna, precisa il quotidiano francese. L’ultima potenziale sanzione per i genitori è il pagamento dei danni per i reati commessi dai figli. Nella circolare di venerdì si legge: “Il padre e la madre sono responsabili in solido per i danni e per il costo dei danni causati dai loro figli minori, e possono quindi essere condannati a pagare un risarcimento o una multa”.

FRANCIA, MACRON CONTRO GENITORI: “TENETE FIGLI A CASA”

Nel frattempo, anche i social network come Snapchat Tik Tok sono stati accusati dal presidente francese di essere promotori di violenza in quanto contengono i richiami ad eventi di rivolta. Nei prossimi giorni verranno prese delle misure per rimuovere i contenuti più a rischio e per identificare gli utenti che hanno pubblicato post che invitavano il popolo a scendere in piazza. “Ciò che sta accadendo è un’inaccettabile strumentalizzazione della morte di un adolescente”, ha aggiunto.

Emmanuel Macron spera di fermare i giovanissimi in rivolta facendo leva sulle loro famiglie, ma per il momento le proteste in Francia stanno continuando ad andare avanti. È così che si contano anche le prime vittime. Un ventenne è morto cadendo dal tetto di un supermercato a Rouen, mentre un pompiere di 24 anni ha perso la vita nel tentativo di spegnere un incendio in quel di Saint Denis. Gli arresti hanno toccato quota 1.000. Dall’estero, molti Paesi come l’Italia, la Norvegia o la Gran Bretagna hanno messo nelle scorse ore in guardia i loro concittadini sullo scenario in atto a Parigi, mentre Berlino si è detta “preoccupata”. È anche una dura batosta per il turismo, dato che sono state molte le disdette. Coloro che avevano in programma un viaggio in Francia hanno deciso di rimandarlo a quando la situazione sarà più serena.