Il Madagascar ha chiesto formalmente all’Ue la sostituzione del suo ambasciatore, Isabelle Delattre Burger. A rivelarlo è stata la portavoce dell’Unione, Nabila Massrali, all’AFP: “Il ministro degli Esteri del Paese ha indirizzato una lettera all’alto commissario per esprimere la sua insoddisfazione e per avere il permesso di procedere a sostituire il capo della sua delegazione”. La notizia è stata velatamente confermata dalla controparte, l’addetto stampa Clara Randrianjara, che ha sottolineato come “la questione sarebbe dovuta rimanere confidenziale”.
Adesso, al contrario, si è creato un vero e proprio caso attorno a Isabelle Delattre Burger, che potrebbe essere realmente sostituita nei prossimi giorni. L’Ue infatti sta esaminando la richiesta del Madagascar per comprendere se ci siano i presupposti, consultandosi proprio con gli esponenti del Governo per capire le loro ragioni. Le rotazioni regolari degli ambasciatori sono previste per settembre e per anticipare la decisione è necessaria una motivazione valida. Il Paese ritiene di averla, ma la questione è piuttosto spinosa.
Madagascar chiede all’Ue la sostituzione anticipata dell’ambasciatore: il motivo è collegato a una nuova legge
Il motivo per cui il Madagascar ha chiesto all’Ue la sostituzione del suo ambasciatore è da ricondurre al fatto che Isabelle Delattre Burger è stata di recente molto critica nei confronti del Governo. In particolare, ha contestato una nuova legge, che autorizza la castrazione chimica e chirurgica per gli uomini che sono stati condannati per stupro di minori. Il capo della delegazione l’ha definita “anti-costituzionale” pubblicamente. Anche Amnesty International si era opposta, etichettando la misura come “crudele, disumana e degradante”.
L’Alta Corte costituzionale del Paese, nonostante ciò, non è stata della stessa idea e ha convalidato la castrazione chirurgica nel testo, ma ha escluso quella chimica a causa del suo “carattere temporaneo e reversibile”. La questione però è tutt’altro che conclusa. Il Madagascar, fortemente dipendente dagli aiuti internazionali con quasi il 75% della sua popolazione, infatti, dovrà affrontare il giudizio sul tema da parte dell’Ue e dagli altri donatori.