Rappresenta uno degli esempi più significativi di filiera integrata nel settore vitivinicolo, il cui impegno nel perseguimento della sostenibilità è connotato da una visione strategica a lungo termine. Con questa motivazione Caviro – Società Cooperativa Agricola ha ricevuto il Premio Impresa Ambiente 2020, promosso dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo, con la collaborazione di Unioncamere e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Gruppo faentino – cui fanno capo 29 soci, che valorizzano il lavoro di 12.400 viticoltori ai quali va ricondotta la produzione del 10% delle uve del territorio nazionale -, si è confrontato con altri 125 candidati distinguendosi nella categoria “Migliore gestione per lo sviluppo sostenibile per media o grande impresa” destinata alle aziende che dimostrano una visione strategica e propongono un modello di gestione in grado di assicurare un costante contributo allo sviluppo sostenibile. Il riconoscimento è stato attribuito all’azienda per il progetto “Dalla vite alla biocarburazione avanzata, con Caviro è possibile”, con il quale il Gruppo ha voluto rendere operativo e tangibile il concetto di economia circolare, come spiega il suo Presidente, Carlo Dalmonte.



Da dove ha preso le mosse il progetto?

Trae ispirazione dal nostro modello di impresa e dal nostro ciclo completo e virtuoso di economia circolare, volto a dare valore a ogni scarto della vinificazione. Quotidianamente trasformiamo infatti tonnellate di scarti della vite in energia, prodotti nobili, biometano e fertilizzanti naturali. La nostra è una storia che parte e arriva al grappolo d’uva in un cerchio non solo ideale, ma anche reale. Siamo diventati la più grande Cantina d’Italia coniugando tutela ambientale, responsabilità sociale e sostenibilità economica. Tanto che oggi, a fianco di vino (69%), alcol, mosti e acido tartarico (21%), la composizione dei nostri ricavi include anche la voce energia, ambiente (10%).



Quanto la politica green di Caviro influisce sulla sua immagine presso i consumatori?

Le persone sono sempre più attente ad acquistare prodotti provenienti da una filiera responsabile e premiano chi, quotidianamente, si pone domande sull’effetto del proprio agire. Il consumatore pretende sempre più trasparenza e chiarezza circa i metodi di produzione e provenienza del vino. E questo ci convince ad andare avanti e ci fa capire che è nostra responsabilità continuare a investire sulla sostenibilità. A questo proposito, ci fa piacere segnalare che abbiamo recentemente ottenuto da Valoritalia, uno degli enti certificatori più importanti, lo standard EQUALITAS che certifica come Caviro sia una cantina sostenibile a tutti gli effetti. Un riconoscimento che stiamo comunicando al consumatore finale, inserendone la citazione nel packaging dei nostri prodotti.



Come si integra la prospettiva dell’economia circolare con lo sviluppo del Gruppo?

Il 2020 è stato un anno significativo per gli investimenti del Gruppo su diversi fronti che si ispirano al concetto di sostenibilità: abbiamo migliorato l’efficienza di alcune linee produttive – tra cui il reparto bottiglie e bag in box, settori trainanti nello scenario internazionale – e abbiamo continuato a incrementare la ricerca, per esempio con l’introduzione di nuovi impianti per il recupero di Co2. A marzo inoltre pubblicheremo il secondo bilancio di sostenibilità. E va detto anche che i consumatori hanno risposto positivamente manifestando una propensione all’acquisto verso brand ritenuti affidabili come Tavernello, che nella sua nuova veste racconta proprio l’economia circolare di Caviro. Non basta più infatti parlare del prodotto in sé, ma occorre raccontare la filosofia e i valori dietro al brand. Direi quindi che la promozione dell’economia circolare è alla base dello sviluppo del Gruppo. 

Avete in programma ulteriori investimenti nella direzione della sostenibilità? 

Enomondo – joint venture paritetica tra i Gruppi Caviro (tramite Caviro Extra) ed Hera (tramite Herambiente) – ha siglato insieme a Banco BPM un accordo di finanziamento dell’importo di 10 milioni di euro destinato alla realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio che consentirà alla società di aumentare la produzione di ammendante compostato con fanghi e ammendante compostato verde. Continueremo inoltre a incrementare la ricerca in ambito sostenibile: abbiamo in programma, per esempio, l’introduzione di nuovi impianti per il recupero della Co2. I risultati finora ottenuti ci incoraggiano: nel corso dell’ultimo anno è infatti entrato in funzione un innovativo impianto che si stima abbia consentito di evitare l’emissione in atmosfera di circa 7000 t/anno di Co2. Inoltre, stiamo puntando a un recupero del 38% delle acque attraverso un upgrade del processo di depurazione. 

Il riconoscimento ottenuto qui in Italia candida Caviro di diritto all’European Business Award for the Environment. Con quale stato d’animo parteciperete al Premio?

Siamo molto onorati, parteciperemo con grande entusiasmo e con l’ambizione di far conoscere la nostra case history – che unisce tutela ambientale e business – a livello globale, insieme agli altri campioni europei di sostenibilità che condividono con noi una consapevolezza: solo attraverso l’innovazione intelligente si può costruire un futuro migliore per il nostro territorio e per il Paese intero. 

(Manuela Falchero)

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