Elvio Silvagni, amministratore unico di Silver 1, che possiede tra gli altri il marchio di scarpe Valleverde, chiede una protezione maggiore per le aziende italiane a fronte della minaccia cinese che da decenni incombe ormai sul Made in Italy, finendo per distruggerlo: “Non c’è tempo da perdere: bisogna introdurre prima possibile dazi almeno del 50% sui prodotti provenienti dalla Cina a cominciare da abbigliamento e calzature. Ci stanno facendo una concorrenza spietata e non mi venissero a dire la solita narrativa che alla fine la qualità del made in Italy è superiore”.
Secondo l’imprenditore, la priorità del governo e dell’Europa deve essere proprio questa e non il Green Deal, che aumenterà a suo dire il costo dell’energia e dunque delle materie prime, avvantaggiando ancora di più i Paesi orientali. “Le imprese europee sono a rischio e Ursula von der Leyen deve capirlo”, sottolinea sulle pagine de La Verità. Secondo Silvagni, il Made in Italy è “una bella favola per chi ci crede. Il prodotto quasi finito arriva in Italia e le aziende introducono un paio di rifiniture in più e mettono il marchio fabbricato in Italia. Produrre in Estremo Oriente costa il 40% in meno. La Cina sta invadendo l’Europa dei suoi prodotti, la sta impoverendo”.
“Made in Italy? Preferirei non produrre in Asia”
Il Green Deal potrebbe affossare ancora di più le aziende italiane perché aumentano i costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, mentre in Asia i prezzi restano bassi. Come sottolinea ancora Elvio Silvagni, amministratore unico di Silver 1, in Cina e non solo ci sono fabbriche enormi dove si lavora 12 ore al giorno e la qualità del prodotto è la stessa di quella italiana ma lì l’operaio viene pagato 100 euro al mese mentre nel nostro Paese, molto di più.
“Il problema va affrontato con intelligenza, non basta mettere dazi alla Cina ma bisogna affrontare il tema degli escamotage di Pechino per superare le barriere doganali” spiega a La Verità. “Io preferirei non andare in Asia a produrre e restare in Italia o in Europa, ma è una scelta obbligata. E con il Green Deal che spinge ancora più alto i costi di produzione, non ci saranno alternative. Lo temo” conclude l’imprenditore.