Il made in Italy alimentare brilla a livello mondiale. A certificarlo è l’annuale Global RepTrak™100, la classifica delle aziende che vantano globalmente la migliore reputazione. Il ranking, al cui vertice si posiziona Lego, seguita da Bosch, Rolls-Roys e Harley-Davidson, incorona sette marchi nazionali, tra cui ben tre del settore food. Si tratta di Ferrero, che occupa il trentesimo posto, Barilla trentatreesima, e Lavazza quarantesima. Tre eccellenze che si accompagnano ad altri quattro brand di fama mondiale come Ferrari (tredicesima), Pirelli (quindicesima), Armani (quarantasettesima) e Prada (novantanovesima).
La classifica stilata da RepTrak restituisce, insomma, un’ottima cartina di tornasole dello stato di salute della nostra industria alimentare. Che non incassa però buoni riscontri soltanto sul fronte della reputazione. Anche i conti economici parlano infatti di una buona stagione.
Lavazza ha appena ufficializzato di aver ottenuto nel 2022 ricavi pari a 2,7 miliardi di euro, in crescita del 17,6% rispetto al 2021. E questo, dice la società, nonostante uno scenario macroeconomico particolarmente complesso, che ha visto un forte rincaro del caffè verde, del costo di imballi, di energia, gas e costi di logistica e noli, oltre all’apprezzamento del dollaro. “I risultati del 2022 – conferma l’AD, Antonio Baravalle – rappresentano un ulteriore traguardo per il nostro gruppo: pur in uno scenario particolarmente sfidante, siamo stati in grado di sostenere la crescita del fatturato e mantenere la marginalità in linea con gli anni precedenti. Ciò è stato possibile grazie al forte impegno su tutti i livelli aziendali nel portare avanti una strategia di sviluppo internazionale insieme a una gestione di contenimento dei costi in un contesto estremamente complesso. Ora l’attenzione del gruppo è focalizzata sull’eccezionale rialzo dei costi avvenuto nell’esercizio appena concluso, che condizionerà pesantemente anche il 2023″.
E rimanendo in Piemonte, anche Ferrero ha archiviato un bilancio di esercizio al 31 agosto 2022 in crescita: grazie a un fatturato consolidato di 14 miliardi di euro, il Gruppo di Alba ha messo a segno un incremento del +10,4% rispetto all’esercizio precedente, quando aveva registrato un fatturato consolidato di 12,7 miliardi di euro. E ha anche messo le basi per costruire un ulteriore espansione in questo 2023. Ferrero mostra infatti di non volere restare ferma sulle posizioni acquisite: è di pochi giorni fa l’annuncio dell’azienda di voler ampliare a 13 referenze la propria gamma di gelati, che da quest’anno sarà disponibile non solo in tutti i canali della GDO, con formati multipack, ma anche presso i pubblici esercizi, arrivando nei bar e nei chioschi delle spiagge.
E lo stesso discorso vale, ancora, se ci si sposta in Emilia: anche Barilla conta su una solida base economica – nel 2021 il Gruppo ha fatturato 3,936 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente – che ha permesso di fare shopping oltreoceano finalizzando un accordo con B&G Foods – holding americana di prodotti alimentari – per l’acquisizione del brand statunitense Back to Nature, specializzato nella produzione di snack salutari.
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