Hanno rischiato di essere estromessi dall’elenco dei prodotti che Bruxelles sostiene ogni anno con risorse destinate alla promozione sui mercati esteri. E questo soprattutto a causa delle campagne condotte in primo luogo dall’Oms nei confronti di alcuni prodotti alimentari il cui consumo eccessivo è considerato dannoso per la salute. Ma le ultime mosse dell’Unione europea mettono in salvo due comparti chiave dell’agroalimentare italiano, il vino e la carne, eliminandoli dalla lista dei cibi dannosi alla salute. E confermando quindi gli aiuti europei anche per queste filiere.
Ad annunciarlo, con soddisfazione, è il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida che definisce il passaggio un “grande risultato in Europa”. “È una notizia importantissima per tutta la Nazione – afferma Lollobrigida -, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane. Non solo, adesso ci sono anche più risorse economiche per le indicazioni geografiche con altri 2 milioni di euro proprio come avevamo chiesto noi. Tutto questo dimostra che il nostro nuovo approccio paga. Il cambio di passo del Governo Meloni, il lavoro di squadra, l’attenzione del mondo agroalimentare sono gli strumenti con cui difendiamo il prodotto italiano e diamo risposte precise a esigenze che erano rimaste insoddisfatte ormai da troppo tempo”.
La decisione di Bruxelles ha sollecitato anche il plauso delle associazioni di categoria: “Il lavoro fatto negli ultimi mesi che ci ha portato a un confronto diretto con i commissari Ue Timmermans, Wojciechowski e Gentiloni e quello fatto dal nostro Governo hanno rotto il fronte a livello europeo – afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini -. È però necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti invece che lavorare a una corretta informazione sulla quantità di alimenti che devono essere consumati nell’arco della giornata”. Va ricordato infatti che “La demonizzazione in atto – ribadisce Prandini – coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare”.
E dello stesso avviso è anche Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia “La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione – dichiara – respingendo gli atteggiamenti discriminatori verso i prodotti a base di carne e le eccellenze dei settori vitivinicolo e della birra, che a pieno titolo sono inclusi nella dieta mediterranea”.
Le due organizzazioni non si fanno però illusioni: si tratta – ricordano in una nota congiunta – solo di una prima battaglia da continuare a combattere nei tentativi successivi che certamente arriveranno dalla Commissione.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.