Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, è indagata con il marito Gianni Cardia per l’ipotesi di truffa aggravata relativamente alle donazioni dei fedeli nell’inchiesta sul caso Madonna di Trevignano. Le indagini sulla sedicente veggente proseguono, dopo che la Chiesa ha bollato come false le presunte apparizioni mariane di cui si era detta testimone, e in una nota del procuratore di Civitavecchia, Alberto Liguori, si parla della prossima fase investigativa con “accertamenti tecnici” che riguarderebbero in particolare una delle due statuette “lacrimanti” sequestratele dai Carabinieri e un quadro di Cristo.



Nel comunicato, spiega Ansa, la Procura precisa che l’esito delle prime analisi sugli oggetti in questione è ancora al vaglio perché sarebbero state rilevate “incertezze” nella metodologia usata per gli esami, situazione che potrebbe “travolgere gli esiti investigativi e che inducono l’ufficio, a maggiore ragione trattandosi di elementi a carico degli indagati, ad acquisire eventuali conferme” di tali risultati. Secondo quanto dichiarato dal procuratore Liguori, inoltre, le ulteriori verifiche sui reperti si sarebbero rese necessarie “perché, nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda nel mese di giugno, è stato introdotto il tema degli esiti dei suddetti accertamenti tecnici con affermazioni meritevoli di approfondimenti“.



Madonna di Trevignano, nuovi guai per Gisella Cardia? Statuette e “lacrime di sangue” al vaglio del Ris

Gli accertamenti sulle statuette di Gisella Cardia sarebbero stati disposti dalla Procura di Civitavecchia nell’alveo della nuova indagine sul caso Madonna di Trevignano dopo le denunce di alcuni fedeli. Si tratterebbe di analisi volte a chiarire la natura delle “lacrimazioni e trasudazioni” in particolare su una statua della Vergine e su un quadro del Cristo appartenenti alla sedicente veggente.

I guai per la donna e suo marito, Gianni Cardia, potrebbero non esaurirsi nell’attuale inchiesta per truffa aggravata in concorso nella quale risultano indagati. Gli oggetti erano stati già analizzati dal Ris (che ora interverrà per una seconda serie di verifiche), ma la sussistenza di “incertezze di metodo” avrebbe spinto la Procura a sollecitare ulteriori approfondimenti. “Il nostro compito – ha spiegato il procuratore nella nota, riporta Tgr Lazioè quello capire se i fedeli si sono sentiti truffati o hanno agito in ritorsione” dopo l’esplosione dello scandalo che ha travolto Maria Giuseppa Scarpulla e le presunte apparizioni sulla collina di Trevignano Romano poi sottoposta a sequestro. Nel giugno scorso, la Santa Sede ha confermato quanto già stabilito dalla Diocesi all’esito di attente analisi e cioè che non c’è alcun fenomeno soprannaturale nella vicenda.