Gisella Cardia, la sedicente veggente della Madonna di Trevignano, rischia grosso dopo la denuncia dell’ex amico e fedele Luigi Avella. La donna, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, e suo marito, Gianni Cardia, sarebbero indagati per truffa aggravata, al centro di un fascicolo aperto dalla Procura di Civitavecchia a seguito di quanto esposto dall’uomo che sostiene di aver donato all’associazione 123mila euro salvo poi pentirsi dopo la scoperta di alcune anomalie. La storia è stata affrontata anche a Le Iene presentano Inside, che tornerà a trattarla con un focus sulle recenti novità nella puntata del 18 giugno.



Intorno a Gisella Cardia e al caso delle presunte apparizioni e dei presunti messaggi mariani ogni 3 del mese, la Chiesa si è espressa poche settimane fa attraverso un decreto del vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, che ha decretato che non si tratta di un fenome soprannaturale invitando la protagonista a un percorso di “purificazione” per sgombrare il campo da suggestioni che possano danneggiare i fedeli. Una presa di posizione ufficiale che però inizialemtne non aveva smorzato i toni combattivi di Gisella Cardia, pronta ad attendere il verdetto dei “tribunali”. Le indagini ufficiali disposte dalla diocesi hanno portato a un esito sfavorevole per Gisella Cardia, che in tv parlava di “miracolose” moltiplicazioni di pizza e gnocchi, di appuntamenti fissi con la Beata Vergine segnati sul calendario e del sogno, realizzato a metà prima che fosse sottoposta a sequestro, di trasformare la “collina delle apparizioni” della Madonna di Trevignano Romano in un punto di riferimento per migliaia di persone. Raduni su cui il vescovo ha imposto il divieto proprio nel suo decreto del 6 marzo scorso.



Le indagini a carico di Gisella Cardia

Secondo quanto riportato da Repubblica, nel passato di Gisella Cardia ci sarebbero altre indagini. In particolare, il quotidiano ricostruisce che la sedicente veggente della Madonna di Trevignano sarebbe stata coinvolta in un processo per bancarotta e il marito, Gianni Cardia, sarebbe finito alla sbarra per abusi edilizi in un terreno della zona.

L’inchiesta per truffa che ora li vedrebbe indagati dopo la denuncia di Luigi Avella seguirebbe quindi questi capitoli precedenti, ai quali si somma lo spettro di una “scomunica” dopo il decreto di “non soprannaturalità dei fatti” firmato pochi mesi fa dal vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi. Dietro la storia della Madonna di Trevignano, secondo la Chiesa, non ci sarebbe alcun prodigio.



Il decreto del vescovo di Civita Castellana: fatti della Madonna di Trevignano non hanno niente di soprannaturale

Nel suo decreto datato 6 marzo 2024, il vescovo di Civita Castellana ha fissato i cardini del risultato delle indagini disposte sui fatti asseriti da Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, e dal marito Gianni Cardia, in particolare le presunte “rivelazioni” e le “apparizioni” della Madonna di Trevignano che hanno portato tanti fedeli a radunarsi in attesa dei “messaggi” che la sedicente veggente avrebbe ricevuto il 3 di ogni mese. 

Monsignor Marco Salvi ha sottolineato che dal lavoro della Commissione istituita per esaminare il caso sono emerse “le contraddizioni interne alla testimonianza” di Gisella Cardia “che nega risolutamente di avere il compito, al momento della scrittura dei presunti messaggi sovrannaturali e della loro divulgazione, di comprenderli (ella trascrive e non interpreta); salvo poi, in alcuni casi, procedere alla loro spiegazione al fine di superare le critiche oggettive di bizzarria e non conformità alla fede cattolica“. Stando all’esito delle analisi condotte, si legge nel documento, è stata dichiarata la non soprannaturalità di quanto sostenuto dai coniugi e il vescovo ha imposto il divieto ai sacerdoti di celebrare sia nei terreni dell’Associazione Madonna di Trevignano – di cui il marito di Gisella Cardia è rappresentante – che “in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali” con riferimento al presunto fenomeno. Sussiste inoltre il divieto “di recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando nei fedeli l’idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale” e infine il vescovo ha precisato che “il titolo ‘Madonna di Trevignano’ non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile“.