La Madonna di Trevignano piange davvero? Secondo la veggente, Gisella, la statua avrebbe pianto e parlerebbe proprio con lei ogni 3 del mese. Non tutti, però, credono alla versione della donna, tanto che da parte della diocesi è stata aperta un’inchiesta per indagare su quale sia la verità. Mattino 5 ha intervistato intanto un artigiano che costruisce statue di santi: “Questa che sto realizzando è la madonna dei carabinieri chiamata Virgo Fidelis“, spiega l’uomo a lavoro.
Nell’intervista, l’artigiano spiega che la statua può essere fatta lacrimare: “In futuro potrebbe uscire una sostanza simile al sudore o al sangue. Perché realizzo una microcavità negli occhi: si può fare anche col trapano. Una sostanza ci si può inserire, una sostanza che non si vede. Per non farla vedere si può coprire con della polvere di marmo. Si può vedere con un attrezzo particolare. Anche le sostanze che hanno messo potrebbero essere già per quello scopo”.
La versione di Gisella non convince
A stabilire se la Madonna di Trevignano abbia pianto lacrime vere, sarà un’apposita Commissione. La figura di Gisella, però, non convince. La donna ha spiegato che parlerebbe con la Vergine ogni 3 del mese e che avrebbe anche delle stigmate, come confermato anche a Storie Italiane da una dottoressa che l’ha visitata e fatto un certificato: “Io ho visitato Gisella in più occasioni. Ho constatato che la donna aveva stigmate. Una ferita profonda sul palco della mano, lascerebbe delle ferite. Nel suo caso, quelle ferite sono scomparse dopo le 15 del venerdì santo. Quello che ho scritto nel certificato è vero. Quando si è nella verità non si deve avere paura, anche se la verità è scomoda. Io l’ho certificata in quanto medico”.
La dottoressa, ancora, aveva spiegato: “Un giorno questo servirà ad altri e quando un giorno lei passerà a miglior vita… Lei è stata visitata anche da un marianologo. Lei non è che le ha chieste le stigmate. Non abbiamo idea di cosa lei offra in sacrificio per noi. Sono un segno della presenza di Dio. Lei salva anime attraverso la sua sofferenza. Io non ho alcun dubbio“.