Continua a far discutere la Madonna di Trevignano. Alcuni ex fedeli, appartenenti al gruppo di preghiera, chiedono il blocco dei conti della onlus. L’obiettivo è ridare i soldi ai fedeli che li hanno tirati fuori. Come spiegano gli ex devoti, c’è gente che ha pagato fino a 7 mila euro. Luigi, uno dei fedeli che alla veggente ha dato 123 mila euro, a Storia Italiane racconta: “Io ho avuto tre trombosi, sono stato ricoverato e il professore ha chiamato i miei familiari dicendo che ero in fin di vita e hanno firmato una liberatoria per mandarmi via dalla clinica. Io ho dato tutto spontaneamente, Gisella non mi ha chiesto nulla. Io ho dato questi soldi per la Madonna, perché lei mi diceva che vedeva la Madonna“.



Come spiega ancora il Signor Luigi, “Lei è stata anche corretta perché davanti al notaio lei mi ha chiesto se fossi convinto. Io mi sono rifiutato di fare la denuncia per truffa perché mentirei. Lei mi ha chiesto se fossi convinto e io per quello li ho dati, per la Madonna“. Dunque, l’ex fedele non rivuole indietro i suoi soldi e non ha intenzione di sporgere denuncia ma vuole ugualmente rendere note tutte le falsità della veggente.



Madonna di Trevignano, Luigi: “Non rivoglio i soldi ma…”

Come spiega ancora il signor Luigi a Storie Italiane, “Le apparizioni sono continuate fino all’8 novembre 2022. Qui è successo un miracolo. Per quanto riguarda le lacrime, ho visto piangere quaranta Madonne, l’unica che non ha pianto è quella nella teca. Gisella dice che l’ho minacciata: è vero, la minaccia era che avrei scritto un libro per rivelare tutta la verità visto che le apparizioni sono false. I soldi che ho dato io non li voglio. Ho una documentazione che mi ha mandato il marito del 2 settembre 2020 quando mi ha nominato direttore dei lavori. Lui ha detto che lo ha fatto perché sono un vecchietto che non ha nulla da fare. Ma io ho tutta la documentazione. Allora perché mi ha mandato tutto questo se l’unico motivo era che fossi vecchietto?”.



L’ex fedele della Madonna di Trevignano, ancora, spiega a Eleonora Daniele: “Quando io frequentavo Gisella c’era un’associazione che doveva nascere e che si doveva occupare dei bambini. Adesso invece vengo a sapere che questa opera non c’è e che si dovevano aiutare altre associazioni“.