Continua – pur sembrando ancora lontano dalla sua conclusione – il lungo scontro attorno alla figura della Madonna di Trevignano, con la presunta (o meglio: sedicente, secondo il Vaticano) veggente Gisella Cardia: l’ultima pagina scritta risale a pochi giorni fa – esattamente al 18 luglio, anche se è stata resa pubblica solo nella giornata di ieri – e vede la firma del Tar che ha rigettato il ricorso della Cardia e di suo marito Gianni contro l’amministrazione comunale di Trevignano che lo scorso aprile aveva sottoposto a sequestro il cosiddetto ‘Campo delle Rose’; il luogo su cui sorgeva l’ormai famosa statua della Santissima nel quale si riunivano di mese in mese i fedeli della Cardia.
Prima di arrivare al Tar e al Comune, vale la pena fare un passo indietro nella lunga storia dei coniugi che – tornati da un viaggio a Medjugorje – hanno iniziato a raccontare di sedicenti apparizioni della Madonna che ogni mese lasciava un messaggio diverso a Gisella: il caso è presto arrivato su tutte le pagine di cronaca, specialmente dopo che l’ex adepto Avella raccontò di un mondo oscuro dietro alla figura della veggente.
Un primissimo stop – nel pieno del putiferio di fedeli ed ex fedeli che difendevano o accusavano Gisella – arrivò su spinta del Vaticano, che dopo una lunga riflessione e tutte le indagini del caso ha definito che nella storia della Madonna di Trevignano non c’è nulla di ‘soprannaturale’: insomma, le apparizioni e i miracoli (ricordiamo la moltiplicazione di pizza e gnocchi) non sono veri e presentano – peraltro – diversi vizi teologici.
La sentenza del Tar contro la Madonna di Trevignano: “L’uso dei terreni è un illecito, comune ha ragione”
Ad oggi l’associazione Madonna di Trevignano continua a raccogliere fondi dai fedeli e a guidare le preghiere, ma sembra che tra la scomunica e il parere del Comune si sia riusciti ad arginare l’afflusso sempre più massiccio di fedeli al Campo delle Rose; mentre Gisella Cardia e il marito sono attualmente indagati – sempre su spinta del già citato ex adepto Avella – con l’ipotesi di reato di truffa.
Tornando ad aprile: secondo il Comune di Trevignano gli incontri con i fedeli ogni 3 del mese costituivano un illecito perché gli inquirenti avrebbero accertato “la modifica di destinazione d’uso dell’area integrata da manifestazioni di culto in zona agricola”, lamentando – peraltro – “la sussistenza di un maggiore carico urbanistico non consentito” nell’area, tra il traffico e l’affollamento che costringeva l’intervento della polizia locale.
A questa prima sentenza la veggente si era opposta, presentando ricorso al Tar del Veneto che – infine – ha espresso il suo parere il 19 luglio: “La motivazione del gravato ordine di ripristino – scrivono i giudici citati da diversi quotidiani – risiede nell’abusivo cambio di destinazione d’uso del terreno” che si troverebbe all’interno di “Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano [in] una Zona speciale” su cui grava un “vincolo paesaggistico“. Il cambio d’uso del terreno – secondo il Tar – era stato “attuato attraverso l’installazione di un ‘insieme sistematico’ di opere volte alla celebrazione delle funzioni religiose” e fermo restando che “comporta un aumento del carico urbanistico” si tratterebbe a tutti gli effetti di un illecito.
Gisella Cardia pronta alla fuga: individuato un camion per traslochi davanti alla sua abitazione
Prevedibilmente la Madonna di Trevignano – per mezzo del legale Adriano Tortora, citato da Repubblica – ha già promesso che farà ricorso per la sentenza del Tar portando il caso sui banchi del Consiglio di stato; sottolineando che “un raduno mensile non può cambiare la destinazione d’uso di un terreno”. Come sempre accaduto nei mesi scorsi in queste situazioni non sono ancora arrivati commenti da parte di Gisella Cardia, ma nel frattempo si moltiplicano le voci secondo cui la veggente sarebbe prossima ad una fuga in grande stile da Trevignano.
Tesi – quest’ultima – avvalorata da alcune foto che stanno circolando in rete nelle ultime ore che immortalano un imponente camion per i traslochi davanti a casa Cardia: interpellato da alcuni curiosi, l’autista del mezzo non ha rilasciato particolari dichiarazioni, limitandosi a sottolineare che non si allontanerà molto dall’area veneta.