Gisella Cardia, la veggente della Madonna di Trevignano, è stata intervistata dalla trasmissione di Rete 4 “Zona Bianca”, condotta da Giuseppe Brindisi. La donna – vero nome Maria Giuseppa Scarpulla – ha narrato la sua vicenda personale, esordendo così: “Questa non vuole essere la mia storia, perché io non sono nessuno. Vuole essere la storia della Vergine e la storia di Dio. Iniziò tutto quando io e mio marito ci sposammo nel giro di 5 mesi. Nel 2016 decidemmo di andare a ringraziare la Madonna a Medjugorje e acquistammo una statuina. Dopo otto mesi, questa statua cominciò dapprima a trasudare olio profumato, poi lacrime bianche. Ci fu dopo qualche mese la prima apparizione e, qualche tempo dopo di essa, iniziò a lacrimare sangue”.



Quando la Madonna di Trevignano si manifesta, la veggente vive “un momento di estasi: siamo io e lei ed è come se attorno non ci fossero persone e rumori. È come se una nuvoletta iniziasse a prendere forma. La vedo proprio come vedo una persona. Il suo primo messaggio risale al 21 aprile 2016. Mi disse: ‘Figlia mia, sono la Vergine Santa, non avere paura. Ho scelto voi perché siete pieni di amore e speranza. Aiutami per la conversione dei miei figli. So che tu e tuo marito siete coloro che io vorrei accanto'”.



MADONNA DI TREVIGNANO: LE PAROLE DELLA VEGGENTE E LE PROFEZIE

Gisella Cardia, nel prosieguo del programma di Rete 4, ha rivelato che anche un quadro di Gesù presente nella sua abitazione ha lacrimato sangue ed è financo accaduto che uscisse olio benedetto. Inoltre, le porte dell’abitazione sono state segnate all’interno e all’esterno:Ci sono croci e colava olio un po’ ovunque. Anche nella mia camera da letto ci sono segni, come sette croci di sangue. Io rimango 24 ore su 24 in casa mia ad accogliere le persone e a cercare di portarle sulla strada che conduce a Gesù”.



La veggente ha poi focalizzato l’attenzione sulle profezie che la Madonna di Trevignano avrebbe fatto in passato e che, poco tempo dopo, si sarebbero avverate: “Il 28 settembre 2019 disse di pregare per la Cina, perché da lì sarebbero arrivate nuove malattie portate da batteri sconosciuti (il Coronavirus, ndr), e di pregare per la Russia, perché la guerra sarebbe stata prossima. Il 20 e 23 agosto 2016 affermò che la terra avrebbe tremato e il 24 c’è stato il terremoto di Amatrice. Due mesi dopo, ha avuto luogo il sisma di Macerata. E, ancora: il 19 giugno 2021 la Vergine sostenne che avremmo visto le acque invadere le città e il 16, 17 e 18 luglio iniziarono le alluvioni vere e proprie in Germania e nei Paesi Bassi”.

MADONNA DI TREVIGNANO, TESTIMONE: “LA VEGGENTE VIVE LA PASSIONE SUL SUO CORPO”

Un testimone, intervistato da “Zona Bianca”, ha rivelato che la veggente della Madonna di Trevignano vive la Passione di Gesù “ad ogni Quaresima. Tutti gli anni, durante la Pasqua, riceve i segni sul suo corpo: dalle perforazioni alle mani, ai piedi e al costato fino alla corona di spine sulla testa. Il Venerdì Santo viene crocifissa come nostro Signore: vive la passione a letto e nel 2018 un’équipe di medici ne ha monitorato minuto per minuto gli aspetti corporei. Il battito cardiaco decelerava fino a quasi fermarsi”.

C’è stata, però, anche la testimonianza di Martina, una giovane educatrice che ha conosciuto Gisella Cardia: “Il primo giorno in cui io e mia madre siamo andate a casa sua, ci ha accolto in salone – ha rivelato –. Quindi, si è presentata, ci ha raccontato la storia della statuina e ci ha proposto di vederla. Siamo entrate in camera da letto, ma ci ha fatto attendere dieci minuti perché doveva ‘sistemare’. Appena siamo entrate abbiamo visto questa statuina che trasudava dappertutto ed era coperta di un liquido trasparente. D’istinto, ci è venuto da pregare. Le stimmate non le abbiamo mai viste, in quanto non abbiamo vissuto il periodo di Quaresima né i tre giorni della Pasqua. Tuttavia, un giorno la veggente della Madonna di Trevignano chiamò Martina all’improvviso, chiedendole di raggiungerla al più presto e mostrandole alcune scritte sul muro: “Sosteneva che fosse aramaico antico e che fosse stato Gesù a tracciarle. Io suggerii di chiamare il parroco, don Gabriel, e si scoprì che non era aramaico…”.