Sono in corso verifiche per stabilire se vi sia un “principio di miracolo” nel caso divenuto “virale” a livello mediatico la mattina del Sabato Santo: la statua della Madonna Addolorata a Pisticci Scalo (Matera) avrebbe lacrimato nella Chiesa di San Giuseppe Lavoratore con diversi testimoni fedeli che lo hanno immediatamente comunicato alle autorità e alla Diocesi di Matera-Irsini.
Sui social e in paese si grida già al miracolo tanto da scatenare l’interesse nazionale di media e tv sulla finora “sconosciuta” statua della Madonna: «Quello che mi sento di dire in questo momento e’ che non si puo’ parlare di una vera e propria lacrimazione, in quanto non si rilevano delle tracce ematiche, ci sono delle alterazioni di colore sulla statua, che andranno analizzate attraverso rilievi successivi che potranno meglio chiarire il fenomeno», ha spiegato all’agenzia AGI Erasmo Bitetti, il medico incaricato dal vescovo di Matera di porre le prime verifiche, assieme al sacerdote Don Filippo Lombardi. «Abbiamo fatto quello che era in preventivo – ha aggiunto il dottore – e cioe’ analizzare lo stato dei fatti e rilevare quelle che potevano essere le prime cose che potevamo appurare».
LA REPLICA DELLA CURIA DI MATERA: VERIFICHE IN CORSO
Il caso di Pisticci Scalo è giunto fino al pomeriggio tv con il collegamento de La Vita in Diretta che ha fatto il punto su quanto emerso finora: di ufficiale al momento v’è solo la presa di posizione della Diocesi Arcivescovile di Matera che al momento intima di escludere l’ipotesi miracolo come prioritaria. «L’Autorità ecclesiastica, in assenza di elementi comprovanti un fatto realmente accaduto, dichiara del tutto infondate le notizie circa un’avvenuta lacrimazione, esclude che sia mai avvenuta e diffida chiunque dal gridare al miracolo», spiega in una nota la chiesa locale. Dopo le visite e controlli del sacerdote Lombardi – assieme al medico, al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Laselva e a Padre Pietro Anastasi – si esclude al momento in modo categorico «la presenza di materiale organico apparentemente assimilabili a lacrime in particolari condizioni di illuminazione, data la totale assenza di umidità sul manufatto». Se è vero che vi sono tracce di “aspetto translucido e apparentemente assimilabili a lacrime”, al momento per la Diocesi non sono riconducibili «a residui da esse prodotte in forza di tre caratteristiche riscontrate: forma, dimensione e distribuzione spaziale, tutte incompatibili con vere e proprie lacrime». Non sono, il parroco Don Domenico Spinazzola conferma che la statua della Madonna ha sempre avuto quelle “lacrime” fin dall’origine: «La diocesi è già risalita al produttore della stessa, un’azienda italiana specializzata nella lavorazione di statue in vetroresina: ci è stato confermato che sulle statue della Madonna Addolorata riproducono anche la lacrimazione», aggiunge la nota della curia. Per dirimere però al 100% ogni possibile “dubbio”, la Diocesi ha deciso di disporre altri accertamenti eseguito dott. Salvatore Mastrogiulio, anatomopatologo presso l’ospedale di Tinchi, questo pomeriggio.