«Ma possibile che certa gente non riesca a rispettare nemmeno la Vergine Maria e il Santo Natale? Non è una simpatica provocazione, è un vergognoso insulto»: non l’ha certo presa bene Matteo Salvini la provocazione dell’attivista Lgbt (auto-definitosi “ambasciatore dei diritti LGBT per l’Ue”) sulla copertina di Natale del settimanale berlinese “Siegessäule”. In effetti, a vedere quell’immagine del blogger Riccardo Simonetti in versione ‘Madonna trans’ con la barba, vestito e in posa come la Vergine Maria – con tanto di Bambin Gesù in braccio – è difficile definirla in altro modo se non un insulto provocatorio.
A pochi giorni dallo scandalo sul documento “inclusivo” della Commissione Europea contro il Natale e i nomi cristiani – ritirato dopo il mare di polemiche conseguite – ecco che il “rapporto” tra Europa e Chiesa torna ad essere burrascoso. Evidentemente non sono bastate le parole di Papa Francesco (fino a ieri osannato dagli organismi europei per le sue parole su migranti e poveri, ndr) di ritorno dalla Grecia contro un’Europa che si presenta come una «laicità annacquata»: in un’altra fotografia presente sulla rivista, l’attivista per i diritti LGBT (tedesco di origini italiane, ndr) viene ritratto nella rappresentazione di una Sacra Famiglia molto “arcobaleno friendly”, con un san Giuseppe dalla carnagione scura avvolto in una veste rosa. A chiudere il cerchio della provocazione anti-cristiana, sul proprio profilo Instagram Simonetti scrive: «Se ignoriamo il fatto che Gesù non era bianco, potremmo credere che la Vergine Maria avesse la barba. Perché no?».
LA “MADONNA TRANS”: LE POLEMICHE E IL LEGAME CON L’EUROPA
Salvini non ci sta, con lui anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e i vari quotidiani di centrodestra che sparano a zero sull’azione di ben poco gusto messa in atto dalla rivista tedesca. «La Vergine Maria rappresentata come un trans. È così che un ‘Ambasciatore speciale Ue per i diritti Lgbt’ pensa di costruire un’Europa più inclusiva? Non è sbeffeggiando la religione, offendendo i fedeli o cancellando il Natale che si tutelano diritti civili. Che triste teatrino», attacca la leader di FdI. In realtà, come confermano fonti del Parlamento Europeo all’Adnkronos, Simonetti non sarebbe un vero e proprio attivista dell’Ue. Bensì, «come molti altri influencer, è una persona con cui il Parlamento collabora, in ragione della sua popolarità nelle comunità di riferimento, per informare la comunità Lgbt sulle proprie attività». Spiega ancora il portavoce all’agenzia italiana, «Simonetti, fa parte della strategia di comunicazione del Parlamento europeo. Raggiungere gli influencer e le personalità dei social media permette al Parlamento di raggiungere un pubblico che include, ma non solo, i giovani. In questo caso specifico il dialogo con il Parlamento europeo permette di informare questo influencer e, attraverso di lui, la sua comunità sulle posizioni approvate in plenaria dal Parlamento europeo riguardo ai diritti delle persone Lgbtiq+». Insomma, non vi è un accordo effettivo tra Europa e influencer Lgbt ma il concetto poco cambia: il problema non è tanto che l’Ue sapesse o meno della provocazione di questo attivista (che ha la libertà di fare/dire quello che vuole), ma quella cultura latente ma sempre più imponente nel Vecchio Continente che “azioni” come quelle della “Madonna trans” siano vessilli di grande “libertà”, “inclusione” e “diversità”. Il lavoro è ora dei cristiani, di noi tutti, nel dover testimoniare il valore e la vera originalità del messaggio di Dio e della Vergine ad un’Europa che sembra averlo terribilmente dimenticato.