Laura, la madre dei due fratelli condannati per l’omicidio del padre avvenuto a Genova il 10 agosto 2020, si è raccontata al Corriere della Sera, parlando delle violenze che lei e i due giovani subivano dall’uomo: “Loro sono vittime come me”, ha detto. Alessio e Simone Scalamandré, di 30 e 22 anni, lunedì scorso sono stati condannati dalla Corte d’Assise rispettivamente a 21 e a 14 anni di carcere per avere assassinato volontariamente Pasquale, con tanto di aggravante per il vincolo di parentela. Una sentenza che la donna non si aspettava.



“Sono devastata”, ha ammesso. “Pensavo che sarebbero state riconosciute le motivazioni che hanno indotto Alessio a difendersi dall’aggressione del padre. Nel mio cuore sono innocenti”. È per questo motivo che adesso la cinquantaquattrenne e i due fratelli si augurano che la sentenza possa essere ribaltata in Appello. “I miei figli hanno vissuto anni di violenze, sono vittime come me”.



Madre fratelli condannati per omicidio padre: “Vittime come me”. Il racconto delle violenze

La madre dei due fratelli condannati per l’omicidio del padre, oltre a difenderli, ha ripercorso al Corriere della Sera quanto vissuto. Laura in passato era stata anche minacciata con una pistola dal marito. “A volte erano stati Alessio e Simone a fermare il padre, disarmandolo quasi fisicamente con infinite suppliche”. Dopo le denunce per maltrattamenti, era stato disposto il divieto di avvicinamento.

“Cambiai quattro volte domicilio, informando le forze dell’ordine. I ragazzi mi coprivano, ma lui mi ha sempre ritrovato, pedinando e minacciando le mie amiche. Così nel febbraio 2020 fui trasferita in un centro protetto in Sardegna”. Poi, il 10 agosto 2010, il dramma. “Pasquale andò a casa dei ragazzi, voleva sapere dove fossi e voleva obbligare Alessio a modificare le deposizioni contro di lui in vista del processo per maltrattamenti. Al suo rifiuto, il padre è diventato una belva e Alessio si è difeso”.