Una madre di 47 anni è morta senza poter vedere un’ultima volta suo figlio. La donna, un’insegnante di Frosinone, è stata strappata alla vita da un brutto male e la burocrazia le ha impedito di coronare il suo ultimo sogno. Era da oltre un anno che il marito non le consentiva di incontrare il loro figlio da più di un anno, dopo la guerra legale scoppiata fra i due coniugi. Lei, infatti, l’aveva denunciato per violenza e lui, un medico di Trani, è attualmente a giudizio per maltrattamenti.



Come riferito dal “Corriere della Sera”, Lucia, madre di due figli, ha preferito che il più piccolo, di 12 anni, rimanesse col padre in Puglia “perché lei doveva sottoporsi all’ospedale Gemelli di Roma a cicli di chemioterapia, ma il giudice aveva disposto che al bambino venisse consentito di vedere sua madre una volta al mese. Un obbligo al quale, però, il padre non avrebbe mai adempiuto”. A quel punto, gli avvocati della donna avevano presentato un’istanza al Tribunale di Trani, affinché intervenisse sulla questione, ma, mentre il giudice si riservava di decidere, il tumore uccideva la 47enne, negandole così l’ultimo abbraccio col figlio minore.



MADRE MORTA DI TUMORE SENZA RIVEDERE SUO FIGLIO: DRAMMA A FROSINONE

La madre è spirata nella sua casa di Frosinone e il centro antiviolenza “Fammi Rinascere”, sui social, ha scritto: “Ora domandiamoci quanto dolore, oltre quella della malattia che gravava su di essa, possa esserci stato nel cuore di questa mamma che si è vista costretta nel limbo di un’attesa di una giustizia lenta che non ha tenuto in considerazione le condizioni psicologiche di una mamma. Una mamma che voleva per l’ultima volta riabbracciare il proprio figlio”.

Il “CorSera” evidenzia che del caso si era occupata anche la deputata PD Maria Cecilia Guerra, alla quale il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove le aveva risposto: “Emerge, da una nota del 12 gennaio 2023 del tribunale di Trani, che il regime di visita tra la mamma e il figlio è stato disciplinato tenendo conto della distanza geografica, delle condizioni di salute della madre al fine di garantire, comunque, il superiore interesse del minore a mantenere significativi rapporti con entrambi i genitori”.