Madre Teresa di Calcutta ha concesso l’ultima intervista prima della sua morte ad Enzo Biagi: ecco perché questa “piccola matita nelle mani di Dio” sarà ricordata oggi nel corso di Rai3 per Enzo Biagi, la trasmissione che la terza rete Rai dedica al grande giornalista scomparso nel 2007. Premio Nobel per la Pace nel 1979, proclamata santa dalla Chiesa Cattolica il 4 settembre 2016, Madre Teresa di Calcutta è fulgido esempio di come la carità può cambiare il mondo.



Nata a Skopje, oggi capitale della Macedonia del Nord (allora Impero Ottomano), il 26 agosto 1910 da una famiglia albanese cattolica del Kosovo, nel 1928 entrò come aspirante nelle Suore di Loreto e nel 1929 partì missionaria per l’India, dove prese i voti con il nome di Maria Teresa (dal 1937 con i voti definitivi Madre Teresa). Per lunghi anni fu insegnante in un collegio di Calcutta ma, prendendo sempre più consapevolezza delle terribili condizioni di vita di gran parte della popolazione.



Nel 1946 Madre Teresa ebbe la “chiamata nella chiamata” che la portò nel 1948 ad abbandonare il suo ordine per vivere nelle periferie più degradate, al servizio degli ultimi. Da qui inizia la storia delle Missionarie della Carità, la congregazione che Madre Teresa di Calcutta fonderà ufficialmente nel 1950 con la missione di prendersi cura dei più poveri dei poveri, con il caratteristico sari bianco a strisce azzurre che negli anni seguenti sarebbe diventato celebre in tutto il mondo.

MADRE TERESA DI CALCUTTA: UNA VITA PER GLI ULTIMI

Riassumere l’opera di Madre Teresa di Calcutta con numeri e dati sarebbe impresa ciclopica e forse inutile: forse basta una frase, “sono vissuto come un animale, ma grazie a te muoio come un angelo“. Questo faceva Madre Teresa, con le sue suore Missionarie della Carità che crescevano sempre più di numero: prendersi cura dei più poveri e disgraziati, aiutandoli come possibile, accogliendo i malati rifiutati dagli ospedali, fosse anche “solo” per morire in maniera degna di un essere umano, nel più totale rispetto della fede religiosa di ciascuno di loro.



Nel 1957 iniziò anche l’assistenza per i lebbrosi, che venivano curati ma imparavano anche un lavoro per permetterne l’inserimento anche nella società. Madre Teresa di Calcutta spesso ripeteva: “Non ci sono lebbrosi, solo la lebbra, e si può curare“. Con l’espansione dell’Ordine in tutto il mondo, le Missionarie della Carità si ritroveranno in prima fila anche contro la fame e le guerre – la prima casa fuori dall’India risale al 1965, su volontà di Papa Paolo VI. Nel 1979 fu premiata con il Nobel per la pace per il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. Rifiutò il cerimoniale chiedendo che il corrispettivo in denaro fosse destinato ai poveri di Calcutta, ma approfittò del discorso per un forte appello contro l’aborto: “Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?”.

L’amicizia personale con Papa Giovanni Paolo II diede ulteriore impulso all’azione dell’Ordine in tutto il mondo, anche se la salute di Madre Teresa cominciava a declinare, fino alla morte avvenuta a Calcutta il 5 settembre 1997. L’India le tributò solenni funerali di Stato, la beatificazione ebbe luogo il 19 ottobre 2003 e la canonizzazione come detto il 4 settembre 2016.