Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, in una intervista ai canali di Stato ufficiali, ha parlato della morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel 2020. I retroscena politici sul caso stanno creando non poco scalpore. “È stato ucciso nell’ambito di un’operazione per porre fine ai simboli dell’Argentina ribelle”, ha affermato infatti il numero uno del Paese dell’America Latina.
La sua ricostruzione è piuttosto dettagliata. “Ho parlato con Diego Armando Maradona il giorno del suo sessantesimo compleanno, poco prima che morisse. Gli dissi di venire in Venezuela perché ero preoccupato dato che persone molto cattive, fasciste, sapevano che lui era la voce della ribellione popolare e diceva quello che nessuno osava dire in Argentina e nel mondo”. E ad essere coinvolte sarebbero anche altre persone. “Prima hanno distrutto il Pibe de Oro. Poi volevano farla finita con Cristina Kirchner (dal 10 dicembre 2007 al 10 dicembre 2015 presidente dell’Argentina, ndr) in diretta televisiva. E in seguito, ciò che è andato al potere in Argentina con Javier Milei è il fascismo, il sionismo”, ha aggiunto.
Maduro, il retroscena su Maradona e l’attuale Governo in Argentina: accuse a Milei
L’attacco di Nicolas Maduro nei confronti Javier Milei è durissimo. “Il presidente dell’Argentina dice che guiderà una crociata affinché il Venezuela venga sanzionato, circondato e sconfitto. Quello che dico io è: guarda quello che è successo a Jair Bolsonaro (l’ex presidente del Brasile, ndr) e ad Alberto Macri (l’ex presidente dell’Argentina). Chi scherza con il Venezuela finisce male”, ha concluso.
Una minaccia prettamente politica dunque neanche troppo velata che poco ha a che fare con il caso relativo alla morte di Diego Armando Maradona. È da capire adesso se da Javier Milei e in generale dall’Argentina arriverà una risposta. Intanto si continua a discutere della morte del Pibe de Oro, a distanza di quattro anni dal suo avvenimento.