Blitz internazionale con decine di arresti da Bari in larga parte d’Italia e fino ai confini esteri di Malta, Francia, Olanda e Germania: nel mirino della Polizia e della Dda è la mafia nigeriana che, con azioni criminose dalle rapine alla vera e propria tratta di schiavi e migranti, aveva costruito un vasto “castello criminale” che operava da tempo con sede principale in Puglia. Secondo quanto riportato dalla stessa Polizia di Stato, questa mattina su disposizione della Procura di Bari è scattato il blitz con arresti in Italia e all’estero nei confronti di due clan della mafia nigeriana: le accuse per gli indagati sono gravissime e a vario titolo vanno da associazione per delinquere, alla tratta, passando per riduzione in schiavitù, estorsione, rapina, lesioni, violenza sessuale e fino allo sfruttamento della prostituzione. Secondo le informative dei pm, gli arresti sono circa una trentina con misure cautelari eseguite oltre che in Puglia anche in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Veneto e all’estero per l’appunto in Germania, Francia, Olanda e Malta.



MAFIA NIGERIANA, BLITZ A BARI: DECINE DI ARRESTI

L’indagine scattata mesi fa dalla Squadra Mobile di Bari ha visto il coordinamento costante del Servizio Centrale Operativo e l’ausilio della Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia: il tutto, coordinato dalla Dda di Bari avendo individuato nel Cara di Bari-Palese (Centro di accoglienza per richiedenti asilo, ndr) la sede d’origine dei vari traffici illeciti per l’Italia e per l’estero. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, i vertici dei due clan della mafia nigeriana sgominati questa mattina si erano stabiliti in primo luogo al Cara di Bari ma poi stanziavano nel quartiere barese “Libertà” e da lì controllavano le tratte e i traffici criminali. Le principali fonti di guadagno per tale cornice criminosa venivano dalla prostituzione e dall’accattonaggio davanti ai supermercati di Bari e non solo: secondo l’indagine coordinata dalle pm baresi Simona Filoni e Lidia Giorgio sono stati individuati negli anni «diversi episodi di aggressioni avvenuti negli ultimi anni all’interno del centro di accoglienza, violenza sessuale su connazionali, risse e accoltellamenti, sarebbero riconducibili alle attività delle gang, ritenute vere e proprie associazioni per delinquere di stampo mafioso con suddivisione gerarchica dei ruoli, rituali di affiliazione, ricorso alla violenza e alla intimidazione».

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