Umberto Galimberti, filosofo, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni della trasmissione di La 7 “In Onda”, con particolare riferimento alla puntata di domenica 22 gennaio 2023. In particolare, lo studioso è intervenuto nel dibattito legato alla cattura del boss Matteo Messina Denaro, partendo da una riflessione di carattere generale e scendendo poi nel dettaglio.
“La mafia era sparita perché non era più eclatante – ha commentato Galimberti –. Quando si fanno le stragi la mafia va in prima pagina e sugli schermi della tv, quando invece si infiltra nella finanza, in una maniera che non si è in grado di controllare e che non è così evidente, sfugge all’attenzione generale. In realtà, secondo me è più pericolosa questa della precedente, poiché è più attrezzata e intelligente e i mafiosi non sono più i profili di bassa cultura che abbiamo conosciuto”.
GALIMBERTI: “SCELGA LO STATO SE VUOLE ESSERE INCOMPETENTE O COLLUSO”
Poi, l’affondo di Umberto Galimberti nei confronti dello Stato italiano ha assunto i caratteri tipici di una vera e propria offensiva: “Se è vero che ci abbiamo messi 30 anni per prendere Messina Denaro, 23 per Riina e 42 per Provenzano, significa che lo Stato o è incapace di prendere i mafiosi oppure è colluso. Scelga lo Stato cosa vuole essere: incompetente o colluso”.
Per ciò che concerne l’arresto di Matteo Messina Denaro e la sua possibile confessione, Umberto Galimberti ha asserito: “Quando la morte è un fenomeno prossimo, è difficile entrare nella psiche, nella mente e nel cuore delle persone. Può anche essere che si crei un sentimento di pietà. Noi usiamo la parola pentimento soprattutto per coloro che fanno calcoli per la riduzione di pena. Qui, però, si tratta di consegnarsi alla verità dei fatti non nella forma di dire tutto, ma nella forma di non fare più il fuggiasco, in quanto l’unica cosa che ti sfugge è la vita”.