Pagelle confermate per i magistrati, ma niente test psicoattitudinali. L’idea di prove d’ingresso sul modello delle forze armate è sfumata dopo il pre Consiglio dei ministri. Ieri il Cdm ha dato il via libera ai due decreti attuativi previsti dalla riforma Cartabia, con modifiche decise alla valutazione dell’operato dei magistrati. Nulla di concreto, invece, per il test psicoattitudinale per valutare l’idoneità al servizio degli aspiranti giudici, un vecchio pallino del centrodestra, in particolare di Silvio Berlusconi. Se ne è parlato nel pre-Cdm, ma per ora «non c’è nulla», spiega il Corriere della Sera, citando fonti di Palazzo Chigi.



Con un altro provvedimento sono state modificate le regole sui magistrati fuori ruolo: da 200 che sono saranno ridotti a 180. Per quanto riguarda gli incarichi istituzionali, saranno possibili soltanto dopo dieci anni di lavoro. Se il primo ha avuto durata superiore a cinque anni, salvo alcuni casi, saranno necessari tre anni di esercizio prima di un nuovo collocamento fuori ruolo.



COSA CAMBIA PER I MAGISTRATI: VALUTATI ANCHE DAGLI AVVOCATI

Le pagelle per i magistrati comunque non sono una novità, perché c’erano anche prima, ogni quattro anni, ma l’esito era «idoneo» o «non idoneo». Invece ora i giudizi sono «ottimo», «buono», «discreto» e «non positivo». Una delle novità è che i magistrati saranno valutati anche dagli avvocati, che finora uscivano dal Consiglio giudiziario quando si valutavano i magistrati. La non idoneità aveva già effetti sull’avanzamento di carriera e sulla retribuzione, ma ora ci saranno diverse possibilità per rimediare, come corsi di formazione o assegnazione a altre funzioni nello stesso ufficio. Inoltre, c’è la rivalutazione. In caso di altro giudizio «non positivo», si sarà dispensati dal servizio.



Un concetto inedito è quello delle «gravi anomalie», il più contestato dall’Anm. Ad esempio, è una grave anomalia «il rigetto delle richieste avanzate dal magistrato o la riforma e l’annullamento delle decisioni per abnormità, mancanza di motivazione, ignoranza o negligenza nell’applicazione della legge, travisamento manifesto del fatto, mancata valutazione di prove decisive. Ma anche quando le ragioni del rigetto, della riforma o dell’annullamento, sono già di per sé di particolare gravità oppure quando assumono carattere significativo rispetto al complesso dell’attività del magistrato». Infine, saranno più stretti i limiti per i magistrati fuori ruolo: cala il numero di magistrati a cui sarà concesso, ma in teoria, visto che restano molte le deroghe.