«Telefonata cordiale tra il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il senatore Matteo Salvini», ha fatto sapere il board della Lega nella giornata in cui lo scoop de La Verità sulle “chat” dei magistrati ha infiammato l’agone politico. A margine dell’intervento al Senato dopo l’informativa di Conte, il leader del Carroccio ha sentito personalmente al telefono il Presidente della Repubblica preannunciandoli una lettera ufficiale a stretto giro: «preoccupazione per la situazione economica e l’amarezza per i pesanti attacchi di alcuni parlamentari della maggioranza di governo nei confronti della Lombardia duramente colpita dalla tragedia del Covid-19», fa sapere la Lega in riferimento al “caos” avvenuto oggi alla Camera dopo l’intervento di Ricciardi (M5s) contro la gestione Lombardia.
«L’articolo pubblicato sul quotidiano ‘La Verità’ in data 21 maggio 2020 dal titolo ‘La chat delle toghe su Salvini: Anche se ha ragione lui adesso dobbiamo attaccarlo’ documenta uno scenario gravissimo: diversi magistrati nei loro colloqui privati (intercettati nell’ambito del procedimento a carico del dottor Luca Palamara) concordavano su come attaccare la mia persona per la politica sull’immigrazione che all’epoca, quale ministro dell’Interno, stavo portando avanti», scrive Salvini nella lettera, anticipata dalle fonti di Adnkronos. «Non so se i vari interlocutori facciano parte di correnti della magistratura o se abbiamo rapporti con i magistrati che mi giudicheranno, tuttavia è innegabile che la fiducia nei confronti della magistratura adesso vacilla al cospetto delle notizie sugli intendimenti di alcuni importati magistrati italiani, per quanto emerso e riportato nell’articolo de ‘La Verità”», conclude il leader leghista appellandosi al ruolo di Mattarella di garante della Repubblica e anche di Presidente del Csm donde nasce l’intera polemica.
LO SCOOP DE “LA VERITÀ” SUL CSM
«Salvini ha ragione sui migranti ma va attaccato lo stesso» e ancora «Sono stato in aereo vicino a quel pezzo di mer*a di Salvini»: sono solo due delle tante chat riportate oggi da “La Verità” in merito alle intercettazioni di alcuni magistrati emerse dalla maxi inchiesta sul caso Palamara-Csm, riemersa in questi giorni dopo che altre intercettazioni tiravano in ballo nuovi magistrati dopo il “terremoto” dei mesi scorsi che ha portato alle dimissioni di 5 togati dal Consiglio Superiore di Magistratura. Come spiega il quotidiano diretto da Belpietro le intercettazioni si riferiscono al periodo in cui, nel 2018, Matteo Salvini era ancora Ministro dell’Interno e veniva contestato per la politica sull’immigrazione del famoso slogano “porti chiusi”.
Per quella politica, lo stesso leader della Lega nei prossimi mesi dovrà andare a processo – come deciso dal Parlamento – sul caso specifico della nave Gregoretti, con accusa di sequestro di persona aggravato e continuato: La Verità ha invece svelato le carte delle indagini in corso sul Csm mostrando come in una chat su Whatsapp, alcune toghe ammettessero che sì, Salvini non stava facendo niente di sbagliato sul tema migranti, ma che andasse comunque colpito e attaccato sul piano politico.
LE CHAT CHOC TRA I MAGISTRATI
Secondo quanto riportato dall’articolo-scoop, i due protagonisti sarebbero in particolare Paolo Auriemma, capo della Procura di Viterbo, e Luca Palamara, leader della corrente di Unicost poi fatto dimettere dal Csm per il caos-toghe dello scorso anno: Auriemma avrebbe detto a Palamara che non vedeva dove Salvini stesse sbagliando sul tema migranti «Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga», chiedendosi poi cosa potesse c’entrare la Procura di Agrigento nelle contestazioni al titolare del Viminale. La risposta di Palamara, secondo quanto riportato dalle intercettazioni, andrebbe proprio contro Salvini ammettendo che il discorso di Auriemma è sensato e ragionevole, ma «adesso bisogna attaccarlo».
La discussione poi prosegue con i due che si chiedono se non sia “pericoloso” continuare ad attaccare in pubblico Salvini, temendo l’effetto boomerang nei consensi dei cittadini: così Auriemma confida che la posizione dei magistrati siciliani e degli altri anti-Lega è «indifendibile», dato che viene indagato il Ministro per il semplice fatto di non aver permesso l’ingresso a «soggetti invasori». Le chat sono molteplici e probabilmente animeranno le discussioni politiche delle prossime settimane, intanto il board della Lega prende posizione con una nota molto dura a firma Giulia Bongiorno, Nicola Molteni e Jacopo Morrone: «Sconcertante scoop della Verità, che riporta gravissimi messaggi tra magistrati contro l’allora vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ci appelliamo alla saggezza di Sergio Mattarella, anche in qualità di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, perché quanto riportato dal quotidiano è gravissimo e intollerabile: va preservata l’indipendenza della politica rispetto alla magistratura. Salvini era ministro e vicepremier e ora è leader dell’opposizione».
LA REAZIONE DI SALVINI “MATTARELLA NON HA NULLA DA DIRE?”
Da ultimo, in un breve video su Instagram, il senatore Salvini si scaglia contro le “toghe rosse”: «Io mi chiedo: con quale serenità si potrà esprimere la giustizia italiana? Il capo dello Stato ritiene normale questo tono e questo contenuto tra magistrati? […] Spero che chi di dovere intervenga, non per un problema mio, perchè ho solo difeso il mio Paese non ho sequestrato nessuno e se dovessi tornare a fare il ministro, farei esattamente la stessa cosa. Però sentire in bocca a magistrati, che giudicano non solo me ma magari domani anche voi il fatto che uno va attaccato solo e soltanto per motivi politici non mi fa stare tranquillo». In merito allo scoop del quotidiano di Belpietro, Salvini ribadisce nel video sui social «Io sono tranquillo perché ho difeso l’onore, la dignità e la sicurezza del mio Paese. Ma non sono tranquillo da italiano se quello che abbiamo letto su ‘La Verità’, che ringrazio, corrisponde al vero e non ne dubito».