Esalta il green pass, il tanto conteso passaporto vaccinale, il direttore dell’Aifa, Nicola Magrini. Il numero uno dell’agenzia italiana del farmaco, intervistato dai microfoni del Corriere della Sera, ha spiegato: «Il certificato verde è un contributo importante per il ritorno alla normale vita sociale e per potersi muovere con maggiore sicurezza ovunque, in particolare ristoranti, cinema e teatri. Uno strumento prezioso nella pubblica amministrazione e in azienda. Noi lo utilizziamo con successo già da venerdì sui circa 600 dipendenti di Aifa». Si parla quindi dei no vax, coloro che storicamente si oppongono al green pass, e a riguardo Magrini ha commentato: «Esiste una fascia residuale di cittadini, in particolare tra gli ultra 50enni, che può essere convinta, purtroppo non azzerata. E’ una popolazione molto eterogenea, composta da timorosi e incerti e anche da chi vive ancora le paure legate al vaccino AstraZeneca e in particolare ai rarissimi eventi trombotici. Credo che tanti non vaccinati possano essere riavvicinati offrendo i vaccini a mRNA. Diversi medici di famiglia mi raccontano di aver notato una maggiore disponibilità nei loro pazienti che si lasciano convincere se c’è colloquio».
Il timore maggiore degli addetti ai lavori è che a breve possa giungere una nuova variante più contagiosa della Delta e magari resistente ai vaccini, ma a riguardo Magrini rassicura: «Che possano insorgere varianti è previsto ma i vaccini basati sulla tecnologia dell’mRNA possono essere modificati in pochi mesi per poter rispondere a nuove ondate». Si passa poi ad analizzare il caso del Regno Unito, dove da giorni si registrano più di 40mila casi ogni 24 ore, ma anche in questo caso Magrini non sembra allarmarsi più di tanto: «Il numero di nuovi casi è molto più elevato che in Italia, ma in proporzione ai contagi, i morti sono pochi. Significa che la protezione data dai vaccini rimane elevata, dato che in UK hanno iniziato la campagna di massa 3-4 mesi prima di noi. L’Italia grazie al grande lavoro organizzativo, alle misure di contenimento adottate e all’uso del certificato verde è ora in una situazione migliore rispetto a molti Paesi europei. La circolazione del virus è bassa e il controllo della curva epidemica molto buono».
MAGRINI: “VACCINI HANNO SALVATO MOLTE VITE”
Vaccini anti covid che significa anche terze dosi, e a riguardo il numero uno dell’Aifa non ha dubbi: «I vaccini hanno salvato molte vite e la terza dose è importantissima per gli immunodepressi, gli ultra ottantenni e i fragili ed è importante anche tra i 60 e 80 anni. Se riuscissimo a mettere in sicurezza rapidamente almeno le prime tre categorie tra ottobre e novembre avremo preservato i più a rischio per il prossimo inverno». Interessanti anche le dichiarazioni in merito alla possibilità di dare il green pass anche a chi ha ricevuto i vaccini Sputnik e Sinovac, non riconosciuti al momento dall’Ema e dall’Aifa: «Il progressivo controllo dell’epidemia e la ripresa degli spostamenti suggeriscono di andare verso la reciprocità vaccinale. Troviamo tutte le soluzioni possibili per garantire il diritto inalienabile alla libera circolazione delle persone, è un diritto importante. Studenti, familiari e lavoratori devono poter muoversi anche se immunizzati con composti diversi da quelli autorizzati nell’UE. La protezione dei rapporti internazionali tra Paesi prevale su questioni strettamente regolatorie».
Sul futuro che ci attende: «Il livello dell’85% (di vaccinati ndr) è elevato e garantisce protezione a molti e bassissima circolazione del virus. Contiamo di aumentare la percentuale ancora un po’ per essere maggiormente al sicuro il prossimo inverno ma non bisogna abbassare la guardia e procediamo con le con le terze dosi». Le ultime parole sono nei confronti di un’indagine da parte della Corte dei Conti verso l’Aifa, in seguito al mancato acquisto di monoclonali offerti da Lilly: «L’operato dell’AIFA è sempre stato caratterizzato da massima trasparenza, prudenza e coerenza, a tutela della salute pubblica – replica Magrini – non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di cessione gratuita, uso compassionevole né fornitura per studi clinici dell’anticorpo monoclonale Bamlanivimab da parte dell’azienda Eli Lilly che invece ha sempre spinto per un’approvazione e vendita del suo prodotto. La Corte dei Conti ha ricevuto la nostra relazione».