In una lunga intervista a Vanity Fair, Mahmood si è aperto e ha parlato di sé, del suo passato, della madre e del brutto periodo che stiamo vivendo. E’ uscito da poco il suo singolo ‘’Zero’’ che anticipa il disco ‘’Ghettolimpo’’ in arrivo l’11 giugno. Sono due anni che il cantante sta su questo progetto ed ora rivela che è proprio come si aspettava che fosse. Il titolo mette insieme il ghetto, la vita di tutti i giorni, e l’Olimpo, il cielo. Per Mahmood noi siamo nel mezzo, un po’ terra e un po’ aria. ‘’Le mie energie migliori le sto mettendo sulla musica, nucleo presente. Cerco di evitare gli scompensi emotivi. Mi affido al mio clan’’, il clan che nomina nell’intervista unisce la sua famiglia e i suoi amici.



La madre è il suo punto di riferimento e la prima ad ascoltare le sue canzoni, talvolta dicendogli anche quando risultano difficili: ‘’Dopo il Festival e l’Eurovision è rimasta a bocca aperta bocca aperta con me, noi che non avevamo avuto niente, non ci aspettavamo niente, e di colpo ci ritrovavamo con tutto. Non si è mai stancata di farmi sorprese’’. Mahmood si è espresso anche sulla necessità di approvare il DDL Zan, perché è una tutela che ha un motivo reale, lui in primis negli anni scolastici è stato vittima dei bulli.



Mahmood: il sogno Franco Battiato e il ritorno alla normalità

A Vanity Fair ha rivelato che tra i suoi sogni Mahmood ha quello di incontrare il maestro Franco Battiato: ‘’Per quella volta che mi rapì dalla radio di una macchina, mentre andavo verso una spiaggia: con I treni di Tozeur io scoprii l’estasi. Salutarlo come fossimo in quel capolavoro della sua Alexander Platz’’. Nella lunga intervista ha poi parlato anche di suo padre assente, che si è separato dalla madre quando lui aveva 5 anni. Ricorda di quando da piccolo lo portava al Luna Park dell’Idroscalo di Milano e salendo sulla sua giostra preferita si sentiva ‘’un po’ magico’’.



Dopo un anno di restrizioni stiamo forse vedendo un luce in fondo al tunnel e Mahmood ha detto la sua raccontando di un momento in cui passeggiando sul Naviglio ha avvertito una sensazione di disagio: ‘’Non sarà semplice riabituarsi alla gente, fare pace con l’idea del contatto’’. Questo brutto periodo lo ha portato alla conclusione che ogni lenitivo è provvisorio e che si può essere leggeri nello scoprire che non si deve piacere a tutti. E che quando si pensa di avere ragione e per gli altri non ce l’hai è un problema loro: ‘’Realizzare di non potere essere quello che la gente si aspetta senza farsene più una colpa. Non cadere nello sconforto perché ti criticano è una conquista, una liberazione’’.