“Sono qui con le ragazze e le donne dell’Iran e con chi si batte per la libertà: la politica del regime è totalmente inaccettabile e vogliamo, come giustamente la comunità iraniana ci chiede, inasprire le relazioni diplomatiche e commerciali”: con queste parole Pierfrancesco Majorino ha partecipato alla manifestazione di donne iraniane organizzata lunedì in viale Monterosa, nei pressi del consolato della repubblica islamica, contro la repressione di Teheran.
Parole importanti a sostegno di donne e uomini privati di diritti fondamentali, con tanto di richiesta di gesti politici duri “per dire al regime che noi non accettiamo le scelte che stanno facendo e le riteniamo totalmente incompatibili con i valori e principi dell’Italia e dell’Europa”. Il candidato del Partito Democratico alla presidenza di regione Lombardia ci ha messo la faccia, lanciando un messaggio ai due rivali Attilio Fontana e Letizia Moratti: fare qualcosa insieme per lanciare un messaggio. Eppure, da casa Lega, ricordano posizioni passate di Majorino in netto contrasto con tutto ciò…
“Majorino votò per il velo islamico”
L’europarlamentare del Carroccio Silvia Sardone ha infatti biasimato senza mezzi termini le azioni di Majorino, reo “di reinventarsi come paladino della lotta per la libertà in Iran” in mancanza di argomenti. “Le donne in Iran chiedono a gran voce di essere libere e non portare il velo islamico e la drammatica morte di Mahsa Amini è conseguenza dell’imposizione del velo, strumento di oppressione per le donne”, le parole della leghista, che ha acceso i riflettori sull’incoerenza dell’esponente piddino.
L’esempio emblematico è il seguente: “Durante la plenaria di metà ottobre a Strasburgo, solo qualche mese fa, nelle votazioni sulla relazione sul bilancio dell’Ue per il 2023, è stato presentato un emendamento che ribadiva ‘profonda preoccupazione per il fatto che la Commissione europea abbia recentemente finanziato o cofinanziato campagne di promozione dell’hijab, in cui si afferma ad esempio che la libertà è nell’hijab’, e si insisteva sul fatto che ‘il bilancio dell’Unione non dovrebbe finanziare alcuna futura campagna che possa promuovere l’hijab, banalizzando indirettamente l’obbligo del velò. La modifica è passata solo in parte: la critica è stata approvata, ma il divieto di stanziare soldi dei cittadini europei per promuovere il velo islamico no”. Ebbene, Majorino ha votato contro sia alla critica ai finanziamenti pro velo islamico sia alla richiesta di non spendere più soldi pubblici per campagne pro hijab. Una contraddittorietà difficile da non stigmatizzare per la leghista: “Questa ipocrisia è imbarazzante ma non sorprende: già sui diritti in Qatar la sinistra ha dimostrato di avere posizioni sconcertanti. Majorino la smetta di fare l’attivista per la libertà, i suoi voti a Strasburgo dimostrano un indecente sostegno “ideale” a chi vuole imporre il velo islamico alle donne”.