Il mal di testa è un nemico che ciascuno di noi ha dovuto fronteggiare almeno una volta nel corso della propria esistenza e ad analizzarlo, passandolo al setaccio, è stato il professor Paolo Calabresi, direttore del reparto di Neurologia dell’ospedale policlinico “Angelo Gemelli” di Roma. L’esperto, intervenuto nel corso della trasmissione di Rai Uno “Buongiorno Benessere”, ha chiarito in primis che esistono due grandi categorie di mal di testa: quella delle cefalee primarie (come emicrania e cefalea tensiva) e quella delle cefalee secondarie. Queste ultime, purtroppo, sono le più gravi e costringono chi le accusa a correre dal medico e spesso al pronto soccorso, in quanto, tra le loro cause, ci sono emorragie cerebrali, tumori, processi infiammatori, disturbi vascolari, traumi o arterite a cellule giganti.



Fortunatamente la percentuale di cefalee secondarie è molto bassa, se confrontata con quella delle cefalee primarie, e riconoscerle è semplice, in quanto sono violente, non rispondono ai farmaci e durano nel tempo. Meritano quindi, come evidenziato dal professor Calabresi, attenzione e approfondimenti diagnostici di imaging.



MAL DI TESTA: LE CEFALEE PRIMARIE

Per quanto concerne invece le cefalee primarie, senz’ombra di dubbio la più importante di esse è l’emicrania, che in genere colpisce una sola parte del capo; è quindi unilaterale e dà dolore pulsante, associato spesso a nausea e a vomito. La cefalea di tipo tensivo, invece, come spiegato dal dottor Calabresi, è “olocranica, colpisce tutta la testa e dà un senso di pressione”. Come si curano? “Con alcuni farmaci prescritti dal medico di famiglia, ma quando c’è un abuso di medicinali bisogna andare dal neurologo, perché si rischia di incorrere in una cefalea ancora più grave, generata proprio dai farmaci. In tali casi, serve una terapia di profilassi, che prevenga l’insorgenza dei dolori al cranio”.



Tra le cause del mal di testa si registrano il poco riposo, lo stress, il digiuno e l’eccessiva esposizione agli strumenti digitali. Inoltre, “le donne sono molto più colpite rispetto agli uomini, in particolare nel periodo della fertilità”. I rimedi fai-da-te (tisana, borsetta del ghiaccio e cappellino contro il freddo) “non trovano giustificazione scientifica, ma, se aiutano a stare meglio, si possono certamente usare”.