Si va verso il riconoscimento degli sport virtuali. Non solo, potrebbero diventare una disciplina olimpica. Una vera e propria rivoluzione, un balzo nel futuro che lascia molti senza fiato. Ma è anche un’inversione di tendenza che strizza l’occhio alle nuove generazioni (e non solo). Il passo ora sembra vicino, anche se se ne parla da tempo. Già così gli animi degli sportivi si sono entusiasmati. Ora però una prima indicazione importante, quella di Giovanni Malagò, da poco riconfermato alla guida del Coni. Ha fatto il punto su quanto sta accadendo nel mondo degli sport virtuali durante un evento che è stato trasmesso anche in streaming.



«Quando ho capito che le cose stavano cambiando? Un giorno, ad una sessione del CIO. Ad un certo punto si parlava degli e-games, non mi sarei mai aspettato che si parlasse di questo nei confronti di un mondo che era prepotentemente sulla scena», ha raccontato Giovanni Malagò, come riportato da Libero.

SPORT VIRTUALI, DI LORENZO “IN BALLO MOLTI PROGETTI”

Spesso si sottovaluta l’impatto sociale degli sport virtuali, ma durante l’ultimo incontro Giovanni Malagò ha spiegato: «Questo fenomeno è in crescita esponenziale, meglio che ci sia qualcuno che lo controlli e lo vigilia con regole e giustizia sportiva». Quindi, a proposito dell’eventualità che diventi sport olimpico: «È questo il ruolo del Comitato olimpico nei confronti di chi approccia a questa attività», le dichiarazioni riportate da Libero. Inoltre, il numero uno del Coni ha parlato di Federazione di servizio con l’arrivo degli sport virtuali alle Olimpiadi, sarebbe un vantaggio per tutti. «Quando tutto è iniziato, due anni fa, non avremmo mai pensato di arrivare fin qui», il commento di Daniele Di Lorenzo, vicepresidente del Comitato per gli esperti del Coni. «I giovani sono il nuovo presente, il nostro compito sarà quello di far rispettare i valori dello sport. Ed è per questo motivo che stiamo portando avanti molti progetti con gli oratori o istituti carcerari con particolare attenzione ai giovani». Ma quello che deve cominciare è un lavoro da portare avanti insieme: «Non dobbiamo deludere i giovani».



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