MALATTIA ALAIN DELON: IL DEMONE DELLA DEPRESSIONE
Affascinante e autodistruttivo, Alain Delon è stato tormentato anche dalla malattia. Nel 2005 rivelò alla stampa di soffrire di depressione, malattia per la quale non solo arrivò sull’orlo del suicidio, ma anche a dover rinunciare ad alcuni lavori. L’attore, morto oggi, spiegò che la difficoltà non era togliersi la vita, ma non farlo. Nel 2019, invece, un mese dopo aver ricevuto la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes venne colto da un ictus, cui seguì un’emorragia cerebrale.
Segnato dagli esiti del malore, fece testamento per evitare che attorno alla sua eredità scoppiasse una guerra giudiziaria tra i suoi discendenti, ma soprattutto per dirsi pronto a ricorrere all’eutanasia, che è legale in Svizzera, nel caso in cui non ce l’avesse fatta più. Infatti, l’ictus aveva minato la sua voglia di vivere, ma la diagnosi del cancro, in particolare di un linfoma che si era insinuato nei polmoni ed era a evoluzione lenta aveva dato la spinta decisiva. Per questo negli ultimi anni si è trincerato nella solitudine, avendo al suo fianco una compagna che lo ha aiutato soprattutto a combattere il demone della depressione.
MALATTIA ALAIN DELON: L’ULTIMO SFOGO CHOC
La notizia del cancro fu data dal figlio maggiore Anthony nel gennaio dell’anno scorso, con un post sui social in cui confermò le voci che circolavano da mesi. Seguiva una terapia sperimentale, che era soprattutto palliativa, ma fu interrotta perché i reni erano gravemente danneggiati. La malattia di Alain Delon lo segnato al punto tale da spingerlo a lasciarsi andare a un duro e scioccante sfogo a Le Parisien: “Voglio morire, la vita è finita“, dichiarò nel gennaio scorso.
Era molto debole fisicamente e, secondo un medico, che gli aveva fatto visita nell’ambito di una inchiesta giudiziaria sulla dama di compagnia denunciata dai tre figli, riportò che l’attore era “in uno stato di esaurimento fisico e psicologico” tale che era tornato ad essere alto il rischio di suicidio. Il rapportò spiegava che Alain Delon non era in grado di camminare senza l’ausilio delle stampelle, non riusciva a parlare molto né ad alzarsi da solo dalla sedia.
I colloqui erano complicati, le sue risposte poco espressive: in alcuni casi faceva cenno con la testa o col pollice della mano destra per assentire. Alla luce della malattia Alain Delon nell’aprile scorso fu posto sotto tutela giudiziaria dalla magistratura: una misura temporanea che gli impediva di compiere gli atti più importanti.