MALATTIA CINZIA LEONE, “L’ANEURISMA CONGENITO A 32 ANNI? MI SALVO’ MIA MADRE CON…”

L’aneurisma di Cinzia Leone e il delicato periodo dovuto alla malattia che l’attrice e personaggio televisivo originario di Roma ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera: di questo e altro si parlerà questo pomeriggio nel salotto di “Verissimo” dove la 65enne capitolina sarà ospite per confessarsi a cuore aperto con la conduttrice, Silvia Toffanin. “Un racconto intenso e importante, fatto di ricordi e sentimenti che hanno riempito tutta la sua vita” si legge infatti nella preview del programma di Canale 5 a proposito dell’intervista in esclusiva in cui la diretta interessata ripercorrerà anche diversi momenti difficili e quello che è stata una certa indifferenza mostrata da parte di quel mondo dello spettacolo di cui fa parte.



Ma cosa sappiamo dell’aneurisma di Cinzia Leone e come sta oggi l’attrice romana, lontana da un po’ di tempo dalle scene televisive e cinematografiche? Come la diretta interessata ha avuto modo di raccontare diverse volte nel corso degli ultimi anni, l’aneurisma congenito dell’arteria basilare che le era stato diagnosticato risale a molto tempo fa: nel suo racconto della malattia Cinzia Leone infatti torna indietro fino ai primi Anni Novanta, e precisamente nel 1991, quando a suo dire fu sua madre a salvarle la vita dal momento che quando si era sentita male fu lei a suggerirle di andare al cinema per la prima del film “Donne con le gonne” di Francesco Nuti anziché rimanere tutta sola nella sua abitazione. Da lì la necessità di andare in America per essere operata alla vena che di fatto trasporta il sangue dal cervello al cuore. “Quando metà del tuo corpo è morto, diventa dura. Ma non mi sono mai arresa” aveva ammesso una volta, aprendosi su quella difficile condizione con cui doveva coesistere.

CINZIA LEONE, “SPARITA DA CINEMA E TV: MA NON MI SONO MAI ARRESA”

A proposito dell’aneurisma di Cinzia Leone e della malattia, la stessa artista capitolina aveva aggiunto: “Io a quella prima non volevo andare perché avevo un forte mal di testa: ma se non ci fossi andata sarei morta in casa perché non se ne sarebbe accorto nessuno” era stata la sua confessione una volta a “Interviste Romane”, fornendo poi altri dettagli di quell’esperienza nel corso di una intervista concessa al quotidiano ‘la Repubblica. “Invece sono andata alla prima del film, mi sono sentita male e mi hanno portata in ospedale e lì mi hanno trovato questo aneurisma congenito dell’arteria basilare che è il peggiore che ci potesse essere”. Non solo: a seguito di quel delicato intervento a cui si era sottoposta oltre oceano, la Leone aveva avuto successivamente una emiparesi alla parte sinistra, senza dimenticare anche che per alcune strutture sanitarie quella che aveva subito era una “operazione impossibile”.

Non solo l’emiparesi che l’ha condizionata ma anche questa malattia di Cinzia Leone è stata limitante dal momento che l’attrice ha dovuto fare molti sforzi per poter far convivere questa sua condizione con la carriera: “Io ho lavorato 30 anni per superarla quasi perfettamente: anni ma interessanti perché misurarsi con una cosa del genere, lavorarci, insistere fino allo sfinimento altrimenti non lo superi: è stata una cosa che mi ha dato molto” aveva ammesso candidamente la Leone secondo cui con una patologia così lunga è inevitabile il cambiamento. “La malattia è un lutto di te stessa quando è invalidante come le emorragie. Perdi una parte di te, se sei fortunato” aveva aggiunto, pur conscia della sua condizione “privilegiata” di sopravvissuta. Inoltre, durante un’ospitata a “C’è Tempo per…” su Rai 1, la Leone aveva spiegato che “a 32 anni ero come una persona gravemente malata a 70 (…) ho passato gli anni migliori ad affrontare un brutto stop, ho avuto due emorragie cerebrali e una paralisi, ho lavorato una vita per superarla”.