Gli scienziati britannici hanno dato un forte impulso alle speranze di vivere più a lungo con la malattia dei motoneuroni, malattia degenerativa che – tra gli altri – ha colpito il fisico Stephen Hawking. Come riportato dal Daily Mail, uno studio dimostra le iniezioni di una proteina usata per trattare il cancro dei reni possono rallentare la diffusione della malattia e aumentare le possibilità di sopravvivenza del 70 per cento.
“Questi straordinari risultati sono una vera svolta”, l’orgoglio di Timothy Tree, professione del King’s College di Londra: “Questi risultati potrebbero portare a dei grandi cambiamenti nelle opzioni terapeutiche per i pazienti che vivono con questa devastante malattia”. La ricerca è durata 21 mesi e ha coinvolto Gran Bretagna e Francia: i dati indicano una riduzione del 70 per cento del rischio di morte per coloro che assumono il farmaco, rispetto ai pazienti a cui è stato somministrato un placebo.
SPERANZA NELLA LOTTA ALLA MALATTIA DEI MOTONEURONI
Questo sarebbe il primo farmaco per la malattia dei motoneuroni, incurabile e in grado di colpire 6 mila persone solo in Gran Bretagna, indebolendo i muscoli del corpo colpendo i motoneuroni del cervello. La malnutrizione e la disidratazione dovute alla difficoltà a deglutire rendono più difficile mantenersi in buone condizioni e la morte generalmente avviene per insufficienza respiratoria. Il professor Stephen Hawking scoprì la malattia all’età di 21 anni: i medici gli diedero due anni di vita, ma la storia è nota a tutti: ha vissuto per altri 55 anni, morendo nel 2018 all’età di 76 anni. Come evidenziato da Metro, la maggior parte dei malati muore entro 3-5 anni dalla diagnosi.
Il professor Ammar Al-Chalabi, che ha guidato il team del King’s College di Londra nella ricerca, ha dichiarato: “Ora possiamo allungare la sopravvivenza e possibilmente rallentare la malattia per un lungo periodo di tempo”. I pazienti sono stati reclutati nello studio subito dopo la diagnosi per testare il trattamento in una fase iniziale della malattia.