Molte cliniche private in Gran Bretagna hanno fatto profitti con false diagnosi della malattia di Lyme. Stando a quanto riportato dal Times, hanno «approfittato» dei pazienti vulnerabili diagnosticando erroneamente la patologia, così da poter prescrivere lunghi cicli di trattamenti costosi. Il giornale britannico cita un importante consulente microbiologo, per il quale l’errata diagnosi della malattia di Lyme, che si diffonde tramite i morsi di zecche, è una pratica importata dagli Stati Uniti, dove «un’industria medica redditizia è cresciuta» intorno a questa pratica.



Il dottor Matthew Dryden – andato in pensione quest’anno dall’ospedale di Basingstoke e del North Hampshire, ma impiegato all’interno dell’NHS – in una lettera al Times ha confermato il fenomeno, precisando che ai pazienti affetti da sindrome da affaticamento cronico, nota come ME, viene spesso diagnosticata erroneamente la Lyme. Il motivo per il quale questa pratica è diffusa negli Stati Uniti è che spesso le assicurazioni mediche statunitensi non coprono i costi del trattamento della sindrome da affaticamento cronico, mentre i costi sanitari per la malattia di Lyme cronica sono coperti.



MALATTIA DI LYME, SCOPPIA IL CASO DELLE FALSE DIAGNOSI

La pratica di diagnosticare erroneamente la malattia di Lyme si è diffusa nei paesi di lingua inglese, tra cui anche l’Australia. «Viene diagnosticata erroneamente da aziende private che utilizzano test diagnostici non validati», segnala Dryden, secondo cui «queste cliniche e laboratori stanno approfittando di persone vulnerabili e disperate con sintomi cronici». Al Times ha aggiunto che in alcuni casi le cliniche private mandato i test a laboratori esteri che spesso «forniscono il risultato che vogliono, un risultato positivo per la Lyme». Ma in molti casi, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, i pazienti sono affetti da sindrome da affaticamento cronico o da un’altra condizione.



Quella di Dryden non è una critica a tutte le cliniche private, ma d’altra parte il fenomeno non può essere ignorato, anche perché alcune di esse «mettono il profitto al di sopra delle cure», chiudendo un occhio su una diagnosi errata di Lyme in modo da poter prescrivere trattamenti costosi. Nel 2019, gli specialisti di malattie infettive della Johns Hopkins University school of medicine di Baltimora avevano condotto uno studio sull’accuratezza delle diagnosi di malattia di Lyme nel corso di tredici anni fino al 2013, scoprendo che oltre il 72,2% dei pazienti inizialmente diagnosticati non aveva la patologia.