Ezio Bosso è uno dei simboli della nostra musica, un artista che lotta ogni giorno con una malattia neurodegenerativa che lui chiama «incidente» o in altre occasioni «terremoto». Operato al cervello nel 2011, Bosso ha sempre reagito con grande tenacia alle difficoltà: «Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai», disse ai microfoni di Vanity Fair, commuovendo tutti al Festival di Sanremo 2016 con il suo brano Following a Bird e, soprattutto con le sue parole sulla musica e sulla vita. Ed è proprio la musica il perno attorno a cui ruota la sua esistenza: «I silenzi hanno un suono, anche in musica: infatti io concerto i silenzi, non esiste l’ultima nota, è un dato di fatto. La nota che termina uno strumento, inizia l’altro. Quando faccio la musica, mi stupisco: quello stupore che rende l’ossigeno più leggero», raccontò a I dieci comandamenti, evidenziando che «la musica c’è a prescindere da noi, c’è ovunque. Io ero più felice quando c’era la musica. Quando riguardo la mia vita, vedo che la musica mi ha scelto, ne avevo più bisogno degli altri». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CURE E RUOLO DELLA MUSICA

La vita di Ezio Bosso è cambiata nel 2001 dopo un delicato intervento al cervello per l’asportazione di una neoplasia. A causa della malattia neurodegenerativa che lo ha colpito, la sua carriera ha subito una brusca battuta d’arresto, ma il maestro non si è perso d’animo. Ha intrapreso diverse terapie per riacquistare la facoltà di linguaggio ed ha recuperato la sua passione, quella per la musica, che è una medicina per il corpo e per l’anima. «Credo profondamente che la musica possa aiutare sempre, che sia una terapia per tutti noi», disse a DomaniPress. Infatti Ezio Bosso è testimonial di Mozart14, associazione di Alessandra Abbado che porta la musica negli ospedale e nelle carceri come proseguo dei pensieri etici e civili di Claudio Abbado, il quale sosteneva che la musica faccia bene. Non gli piace essere definito un esempio, ma il modo in cui ha affrontato la malattia, la determinazione contro ogni avversità della vita, non possono che essere questo. (agg. di Silvana Palazzo)



EZIO BOSSO MALATTIA: SINDROME NEURODEGENERATIVA

“Suonate sempre come se fosse l’ultima volta, il segreto della vita”. È questo il consiglio che Ezio Bosso ha voluto dare a tutti coloro che, questa sera, lo seguiranno su Rai3 nello show “Che storia è la musica“. Un consiglio nato soprattutto dall’esperienza personale del noto musicista, purtroppo malato da tempo. La sua è una malattia neurodegenerativa, con la quale convive dal 2011 quando, in seguito ad un intervento dovuto all’asportazione di una neoplasia, è stato colpito da una sindrome neurodegenerativa. Una malattia inizialmente indicata erroneamente dai media come SLA, che non gli ha impedito di continuare a suonare il pianoforte, comporre e dirigere. D’altronde “La musica mi ha sempre fatto stare così. Se il mio corpo è cambiato lo nota qualcun altro. Io faccio questo mestiere da 30 anni, ho iniziato a 14 anni e sono sempre stato con me” ha ammesso in un’intervista a TalkyMedia.



EZIO BOSSO MALATTIA: “IL MIO DISAGIO È OCCASIONE PER NON ANNOIARMI”

Ezio Bosso ha cercato di affrontare con forza, determinazione e, soprattutto, col sorriso la sindrome neurodegenerativa con la quale è costretto a convivere ormai da anni. Uno status che lui preferisce definire e un incidente, o talvolta un terremoto. “Mi piace chiamarla così. – ha raccontato a Vanity Fair – È una storia, la mia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai“. Ad aiutarlo in questa battaglia una cosa su tutte: la musica. È grazie a lei che ogni ostacolo diventa vano.