Paolo Pizzo e il lungo percorso che lo ha portato a sconfiggere la malattia: “Mia sorella si accorse di una crisi epilettica e…”

Aveva appena quattordici anni quando Paolo Pizzo ha scoperto di avere un tumore al cervello. Ci ha impiegato sei anni per sconfiggere definitivamente la malattia e tornare a vedere il futuro. Un futuro che ha visto lo schermidore arrivare ai vertici mondiali. Tutto grazie alla cure e alle terapie che hanno ricoperto un ruolo fondamentalmente nel processo di guarigione di Paolo Pizzo, che oggi è testimonial Airc per ricordare quanto sia importante la prevenzione. In diverse interviste lo sportivo ha affrontato l’argomento legato al tumore, parlando appunto del suo cammino lungo e difficile, che lo ha visto passare da paziente oncologico a campione olimpico di scherma.



“Ci sono diverse fasi del percorso di un paziente oncologico come me che, alla fine, è riuscito a guarire dalla malattia. La prima è stata sicuramente la diagnosi, che nel mio caso è arrivata a 13 anni, in piena adolescenza”, ha raccontato a Il Quotidiano di Sicilia. “Ancor prima di scoprirlo, per circa un anno ho cercato di tenere i miei stati di malessere fisico e quelli che poi ho scoperto essere i primi sintomi nascosti sia ad amici che parenti, perché volevo avere la mia rivalsa personale sulla malattia senza chiedere aiuto a nessuno. Tutto ciò è stato possibile fin quando mia sorella si è accorta di una crisi epilettica che mi ha costretto a recarmi da un medico per tutti gli esami del caso”, il racconto di Paolo Pizzo a proposito della della malattia.



L’empatia di Paolo Pizzo coi malati di tumore: “Capisco l’inferno che vive una persona con questa diagnosi”

L’atleta, in concomitanza con l’uscita de La Stoccata Vincente su Raiuno, ha voluto incoraggiare i telespettatori che in questo momento potrebbero essere impegnati nella cura del tumore che lui è invece riuscito a battere. Anche in questo caso, Paolo Pizzo ha mostrato grande empatia col pubblico: “Capisco l’inferno che vive una persona che riceve questa diagnosi. E’ uno tsunami, bisogna farsi coraggio per non aumentare la disperazione di chi ci vuole bene”, ha detto in una intervista riportata da Mille e una Donna.



“Da piccolo temevo di dover smettere di fare scherma, per questo nascondevo i sintomi. Per fortuna la mia sorellina mi ha “tradito” e l’ha detto ai miei genitori. E per questo motivo sono anche un testimonial dell’Airc (Fondazione italiana ricerca sul cancro): bisogna aver fiducia nella scienza”.