Malattia Randi Ingerman: tutto sull’epilessia
L’epilessia, la malattia di cui soffre Randi Ingerman, “è una malattia neurologica caratterizzata dalla presenza e dal ripetersi nel tempo di crisi epilettiche, cioè delle manifestazioni improvvise involontarie di breve durata sia somatiche, con contrazioni e spasmi muscolari, sia in alcuni casi con perdita di coscienza”: è questa la definizione che ne dà il prof. Cesare Maria Cornaggia, Responsabile dell’Unità Semplice di Neuroriabilitazione Cognitiva degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza.
L’epilessia può essere dovuta ad una predisposizione genetica ma anche a lesioni della corteccia cerebrale successive a asfissie perinatali, eventi emorragici, traumi cranici, ictus, tumori. I sintomi variano da soggetto a soggetto e dipendono anche dal tipo di epilessia. Il sintomo più comune, tuttavia, è la comparsa di crisi con contrazioni del corpo che portano il soggetto a cadere per terra e a mordersi la lingua. Per individuare la malattia sono necessari esami specifici come elettroencefalogramma diagnostico solo nel momento in cui si registra direttamente una crisi, tac e risonanza magnetica cerebrale.
Le parole di Randi Ingerman sulla malattia
Randi Ingerman ha parlato della malattia in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Vanity Fair spiegando che le prime crisi sono arrivate dopo la scomparsa del fratello. “Ho cercato di seguire le terapie, ma io rientro in quel 30% di pazienti che non risponde ai farmaci. Quindi, ho dovuto adattare la mia vita per prevenire gli attacchi: perché dell’epilessia, ciò che mi spaventa di più, sono le conseguenze imprevedibili della perdita improvvisa di conoscenza. Possono succedere tutto a un tratto, tu perdi i sensi… e può accadere l’irreparabile, come nel mio ultimo caso che mi sono ustionata gravemente”, ha spiegato Randi.
Oggi, per prevenire le crisi, la Ingerman conduce una “vita ritirata e serena, vivendo un po’ sul Lago di Como, con il mio fidanzato Marco (il produttore cinematografico Marco Colombo, ndr) e il nostro Tartufo, e un po’ sul Lago Maggiore, dove ho trascorso la convalescenza post ustione”.