MALATTIA SILVIA BONOLIS, COME STA?

Il dolore e le malattie non guardano in faccia nessuno. Ne abbiamo avuto conferma in questo periodo di Pandemia ma soprattutto ne abbiamo tutti i giorni con dolori immensi e lotte estenuanti anche da parte dei volti noti della televisione e dello showbiz. E’ questo il caso di Silvia Bonolis, Giacomo Corradi, Matteo Bonucci, solo per fare alcuni nomi, figli di gente nota che ha dovuto affrontare un vero e proprio calvario che ha travolto le emozioni di chi segue i propri beniamini e si trova a fare il tifo per le loro famiglie. La malattia di Silvia Bonolis, così come quella di Giacomo Corradi e Matteo Bonucci, ha rischiato davvero di strapparla via all’amore dei suoi genitori che hanno dovuto combattere e agire con tutte le loro forze per evitare il peggio. La stessa Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha difeso il suo dolore (la cosa su cui non speculerà mai sui social) spiegando: “Ho visto Silvia neonata in terapia intensiva per due mesi mentre incontrava complicazioni non previste, l’ipossia, l’arresto cardiaco… I danni motori e al linguaggio ne sono la conseguenza e fino a qualche tempo fa si muoveva solo in carrozzina, adesso è quasi autonoma, dopo tanti sacrifici. È stata dura per lei, per noi, per i fratelli. Ma questo è il mio dolore. E nessuno lo vedrà mai su Instagram”.



DA SILVIA BONOLIS A GIACOMO CORRADI E MATTEO BONUCCI, QUANDO IL DOLORE…

Dall’altro lato c’è chi invece il dolore lo ha voluto condividere con amici e fan, Elena Santarelli, andando incontro a critiche, offese e commenti poco gentili. Questo però non l’ha fermata visto che la battaglia con cui ha avuto a che fare, il tumore del figlio Giacomo Corradi, era il vero nemico da battere. Il dolore non l’ha di certo risparmiata ma dopo mesi di battaglie, chemio e storie che le hanno cambiato la vita, anche per lei è tornato il sereno. Stessa sorte per il piccolo Matteo Bonucci, figlio del noto calciatore Leonardo Bonucci. Lui stesso all’epoca raccontò il dramma che ha colpito la sua famiglia: “All’inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All’ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio”. Per fortuna il lieto fine esiste, almeno in alcuni casi.

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