“Si può fare tutto, bisogna solo volerlo”. Poche parole ma importanti quelle con le quali Sinisa Mihajlovic descrive la sua battaglia contro la leucemia. Sono ormai trascorsi mesi dall’annuncio dell’inizio della sua guerra contro una malattia così terribile. Oggi Sinisa va avanti, pronto a non arrendersi. L’allenatore del Bologna ha parlato anche del Coronavirus e di che impatto ha avuto nella sua attuale vita: “Capisco che per chi non è abituato può sembrare un sacrificio, ma per me le precauzioni che ci impongono sono una passeggiata – ha spiegato Mihajlovic ai microfoni della Gazzetta dello Sport – ho passato mesi chiuso in una stanza di ospedale tre metri per tre, attaccato a fili e flebo, senza poter neanche aprire una finestra, pensi sia un problema essere in famiglia, a casa, e uscire in terrazzo a fumare una sigaretta? Da mesi uso una mascherina, non abbraccio e do la mano”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Sinisa Mihajlovic e la battaglia contro la leucemia
La malattia di Sinisa Mihajlovic ha coinvolto l’intero mondo dello sport, dai tifosi ai colleghi del tecnico del Bologna. Sinisa è riuscito alla fine a sconfiggere la leucemia, diagnosticatagli la scorsa estate, anche se continua a compiere i passi verso una guarigione completa. “Dopo la malattia ho detto spesso che ogni cosa ha riacquistato per me valore e mi sembra bellissima”, ha raccontato di recente alla Gazzetta dello Sport, “una boccata d’ aria, una doccia con l’ acqua che ti scende sul viso, un panorama. Io ormai apprezzo ogni singolo momento della mia vita“. L’emergenza Coronavirus che ha colpito tutto il mondo non ha intaccato in nessun modo lo stato d’animo dell’allenatore, che anche nell’obbligo di rimanere chiuso in casa trova il suo lato positivo: “Mi diverte vedere i miei figli gironzolare per casa, tra le loro stanze e il salone. I pranzi insieme, le cene, le chiacchiere”. Dati i mesi trascorsi in ospedale, Sinisa inoltre non vede l’obbligo di rimanere in casa come una difficoltà. “Capisco che per chi è abituato può sembrare un sacrificio”, sottolinea, “ma per me queste precauzioni che ci impongono sono una passeggiata”. Oggi, sabato 28 marzo 2020, Verissimo trasmetterà in replica l’intervista fatta a Sinisa Mihajlovic lo scorso gennaio, in occasione del suo ritorno in tv. “Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante”, ha detto all’epoca a Silvia Toffanin, “sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo“. Già in quei giorni l’ex campione aveva ammesso di aver ripreso ad allenarsi, dopo 4 mesi di stop e diversi farmaci da mandare giù per potersi curare.
Malattia Sinisa Mihajlovic, la comunità italiana attorno a lui
La malattia di Sinisa Mihajlovic ha subito coinvolto l’intera comunità italiana, raccolta attorno al tecnico del Bologna nella speranza che potesse guarire del tutto. L’incubo è iniziato nell’estate del 2018, quando l’ex campione ha scoperto di avere la leucemia e di dover fare un intenso percorso di cure per potersi riprendere. L’annuncio è stato dato dall’ex calciatore in persona il 13 luglio: “Pensavo fosse giusto, dopo il percorso fatto, parlare qui assieme ai medici che mi hanno curato per spiegare il mio stato di salute e quello che si deve fare per il futuro”, ha detto in conferenza stampa nel capoluogo rosso nel novembre dell’anno scorso. “Andrò avanti per la mia strada, con le mie forze”, ha aggiunto, “sempre con cautela ma quando potrò esserci, ci sarò. Questo mi fa sentire vivo ma non posso andare oltre la mia possibilità: ho sempre ragionato col cuore, ora devo ragionare con la testa”. Nei mesi successivi però le sue condizioni di salute sono migliorate tanto da spingere Sinisa a rilasciare un’intervista a Verissimo. “Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto”, ha svelato, “il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perchè ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata”.
L’impossibilità di uscire dall’ospedale ha influenzato molto l’equilibrio mentale di Sinisa: gli infermieri sono dovuti intervenire per sedarlo. “Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia”, ha aggiunto, “perchè se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere sempre positivo e sorridente, facevo finta di niente per non farli preoccupare. Questa è stata una delle cose più difficili perchè non sempre ero al massimo della forma“. Clicca qui per rivedere l’intervista integrale di Sinisa Mihajlovic.