Vincenzo Mollica quest’anno festeggia i 40 anni di carriera, ma nel privato vive il dramma della malattia. Lo storico giornalista Rai ne ha parlato anche negli ultimi tempi, e lo ha fatto con la sua proverbiale ironia. La leggerezza con cui affronta questo delicato tema è infatti invidiabile. «Ho fatto un terno incredibile, diabete, Parkinson e glaucoma». Così il cronista nel settembre scorso ricevendo al Lido di Venezia il Premio Bianchi. Ma fu a febbraio con l’intervista al Corriere della Sera che si soffermò più apertamente sul glaucoma che negli ultimi anni gli ha “mangiato” il 95 per cento del nervo ottico. Dall’occhio destro non vede quasi più, da quello sinistro invece non ci ha mai visto a causa di un’uveite che lo colpì da piccolo, seguita da una iridociclite plastica. Quindi ha dovuto sviluppare gli altri segni. A tormentarlo però c’è anche il morbo di Parkinson, a completare il tris poi il diabete. Di sicuro non soffre di depressione. «Mi sostengono due pilastri: famiglia e lavoro. Nella vita non ho altro».
MALATTIA VINCENZO MOLLICA: CECITÀ, DIABETE E PARKINSON
Della cecità incipiente di Vincenzo Mollica se ne accorse la madre. Quando aveva 7-8 anni i suoi genitori lo portarono da un oculista che disse loro che sarebbe diventato cieco. Da allora decise di imparare a memoria tutto quello che lo circondava, così da ricordare tutto quando sarebbero calate le tenebre. Era invece il 2017 quando i telespettatori si resero conto dei tremori di Vincenzo Mollica. In un collegamento col Tg1 il giornalista, inviato al Festival di Sanremo, doveva intervistare Giorgia, ospite di Carlo Conti e Maria De Filippi. In molti notarono che le mani gli tremavano vistosamente. Poi la brutta notizia: ha il morbo di Parkinson. Ma sulla malattia e i suoi problemi di salute ci ha scherzato sempre su. «Se inizio a parlare arriva il momento in cui non so più dove mettere le mani, dove nascondere il Parkinson o la cecità», ha detto nei mesi scorsi a Repubblica. Ma proprio così Vincenzo Mollica riesce a infondere coraggio alle tante persone che sono nella sua stessa condizione, dimostrando che non bisogna mai abbattersi.