Gli esperti sanitari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità iniziano a temere la cosiddetta Malattia X, che causerà la prossima pandemia. Quest’ultima, infatti, secondo l’Organizzazione potrebbe essere più vicina di quanto si creda, ma con il concreto rischio che farà sembrare il Covid uno scherzo, aumentandone drasticamente la mortalità, raggiungendo picchi simili a quelli dell’influenza spagnola, che uccise più persone che la Prima guerra mondiale. La Malattia X, tuttavia, è ancora piuttosto sconosciuta, oltre che sottovalutata, e secondo l’OMS potrebbe essere il momento di aumentare i fondi per la ricerca farmacologica al fine di contrastare il suo arrivo in modo migliore di quanto fatto con il Covid.



La Malattia X e l’appello dell’OMS allo sviluppo di nuovi vaccini

Insomma, secondo l’OMS sarà probabilmente la Malattia X a causare la prossima pandemia globale, con effetti che per ora sembrano essere del tutto imprevedibili. Un avvertimento simile a quello che venne fatto anni fa per i Coronavirus, famiglia di virus nota da decenni alla comunità scientifica, ma ignorati fino al momento in cui non hanno colpito l’umanità con tutta la loro potenza e gli effetti che, purtroppo, ci sono ben noti, tra i 20 milioni di morti mondiali e i 16mila miliardi di euro persi a livello economico a causa delle limitazioni.



La Malattia X, per ora osservata in pochissimi casi, secondo gli esperti dell’OMS presenta una contagiosità simile a quella del morbillo, ben superiore a quella del Covid, ma con una mortalità pari a quella del virus Ebola, attorno al 67%. “Da qualche parte nel mondo”, spiega Kate Bingham, venture capitalis inglese del settore biotecnologico, “si sta replicando e, prima o poi, qualcuno inizierà a sentirsi male”. Secondo una sua intervista per il Daily Mail citata dal Messaggero, la Malattia X dovrebbe finire sotto la lente degli investitori e dei governi mondiali, che dovrebbero finanziare la ricerca al fine di sviluppare al più presto un vaccino che possa farci evitare una futura pandemia. Non solo, perché ritiene anche che sia necessario finanziare la ricerca di vaccini contro le più diffuse e note famiglie di virus in circolazione (sono 25 famiglie, che racchiudono migliaia di singoli virus l’una), che a loro volta potrebbero trovare terreno fertile per riprodursi, mutarsi e raggiungere l’uomo.

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