Le malattie da zecca sono sempre più diffuse. A lanciare l’allarme, come riportato da Le Monde, sono state le autorità sanitarie della Francia, che hanno individuato tre principali emergenze: la borreliosi di Lyme, l’encefalite da morso di zecche e la febbre di Crimea-Congo. L’aumento di casi è dovuto a molti fattori, tra cui i cambiamenti delle pratiche selvicolturali e la rivegetazione delle città, ma anche all’emergenza climatica. Le temperature sempre più calde dell’inverno infatti hanno sconvolto il loro periodo di attività, che normalmente va da marzo a ottobre.



“La distribuzione globale delle diverse specie di zecche è in piena evoluzione”, ha sottolineato Sarah Bonnet, veterinaria ed entomologa che sta conducendo una sua ricerca sul tema nell’ambito di una partnership con Institut Pasteur-Inrae. “Osserviamo negli ultimi anni che questi esemplari si riattivano sempre prima, da febbraio. Se l’inverno diventa più mite, il rischio è che siano attive tutto l’anno, soprattutto nei climi continentali”, ha aggiunto Nathalie Boulanger, dottoressa che lavora sull’argomento presso l’Università di Strasburgo.



Malattie da zecca sempre più diffuse: è allarme, come difendersi

Gli esperti si stanno domandando da diverso tempo come contrastare la diffusione delle malattie da zecca. Anche perché patologie come la febbre emorragica di Crimea-Congo possono manifestarsi soltanto con una sindrome simil-influenzale con disturbi digestivi, ma alcuni casi sfociano in una condizione che può rivelarsi fatale. Il tasso di mortalità in alcuni Paesi è fino al 30%. È indispensabile dunque comprendere come combatterla.

“La diffusione di pesticidi nell’ambiente è impensabile”, ha spiegato Elsa Quillery, responsabile di un progetto scientifico sul tema dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (Anses). “Raccomandiamo una lotta integrata, che comporti una migliore gestione dell’ambiente, in particolare la manutenzione dei giardini per i privati, ma anche l’adattamento dei comportamenti individuali, in particolare la prevenzione durante le escursioni. Inoltre, dovrebbe esserci un monitoraggio della presenza delle diverse specie sul territorio”. Non è da escludere, infine, che presto possano essere creati dei vaccini ad hoc.